
Una citazione di Eleanor Roosevelt per indicare la strada dei rapporti tra Italia ed Etiopia. "Il 'futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni'. Il nostro sogno comune è costruire un nuovo paradigma fondato sul rispetto e sull'amicizia. Per il benessere dei nostri popoli, dell'Europa e dell'Africa. Onorata di essere qui" il messaggio di Giorgia Meloni nella dedica al libro d'onore a Jimma. Il primo ministro ha visitato la città e soprattutto il cantiere della riqualificazione del Lago Boye, parte del Piano Mattei. Una volta conclusa la visita nella regione dell'Oromia, la leader del governo ha lasciato il Paese africano per fare ritorno a Roma.
Poco più di ventiquattro ore per rilanciare il "nuovo paradigma" dei rapporti da costruire insieme all'Africa e per toccare con mano i progressi dell'ambizioso Piano Mattei. Si tratta della seconda visita della Meloni in Etiopia, dove si sono riuniti i leader africani e delle istituzioni internazionali per il terzo vertice Onu sui sistemi alimentari. Il premier ha sottolineato che il cibo non è unicamente la chiave per combattere la "fame", ma può essere anche la chiave per sostenere "crescita e prosperità" del continente.
La trasformazione di Addis Abeba è visibile a occhio nudo: dove c'erano le baracche ora ci sono nuove costruzioni. La Cina ha interpretato un ruolo da protagonista in questo processo, ma l'Italia e l'Europa non hanno intenzione di restare a guardare. Il progetto punta su investimenti che portano a un ritorno economico, coinvolgimento delle istituzioni multilaterali (a partire dall'Ifad, partner del Piano Mattei con progetti in Senegal e Costa D'Avorio), infrastrutture, agricoltura sostenibile, formazione.
Tornando al Piano Mattei, la riqualificazione del Lago di Boye - quasi completamente prosciugato e abbandonato - rappresenta "uno degli interventi più emblematici" della cooperazione italo-etiopica.
25 milioni di euro: questa la portata dell'investimento italiano nell'area, che è stata bonificata con l'obiettivo di trasformarla in un polo turistico legato anche alla cultura del caffè. Il primo ministro Abiy Ahmed ha ringraziato la Meloni e l'Italia per il supporto concreto, evidenziato come circa 3-4 mila lavoratori locali abbiano già trovato occupazione grazie all'attuazione del progetto.