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Migranti, gas e diplomazia: la missione di Meloni al G20

Per Giorgia Meloni, il debutto al G20 passa per diverse direttrici: l'asse con la Nato, il dialogo con l'Oriente, il nodo dell'immigrazione e quello dell'energia. In Indonesia è già un primo step per la diplomazia del governo

Migranti, gas e diplomazia: la missione di Meloni al G20

Per Giorgia Meloni è il primo vertice internazionale e arriva in un momento molto importante sia per la diplomazia mondiale che per quella italiana. Il G20 di Bali, in Indonesia, è infatti il primo confronto tra capi di Stato e di governo delle maggiori potenze mondiali dall'inizio della guerra in Ucraina e con la crisi economica che sembra trasformarsi ormai in sistemica. Mentre per quanto riguarda la politica estera italiana, il vertice nel Sud-Est asiatico è la presentazione ufficiale della nuova compagine di governo e arriva nel mezzo della dirompente crisi nei rapporti con la Francia per il controllo delle frontiere.

Proprio su questo punto, importante a margine del G20 l'incontro tra il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e Meloni che, secondo fonti europee, hanno discusso "di diverse questioni europee, compreso il tema della migrazione, che sarà presto affrontato dall'Unione Europea". Ma se il tema dell'immigrazione e della politica europea sui ricollocamenti rimane un problema da risolvere in sede Ue, il G20 serve anche al governo italiano per confermare le linee di politica estera annunciate durante i primi discorsi del premier e dei ministri che fanno parte dell'esecutivo. Per l'Italia, il banco di prova è certamente il rispetto della fedeltà all'Alleanza Atlantica, considerato la stella polare dell'esecutivo. La premier vedrà il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per un primo incontro che serve a rafforzare la sinergia tra Roma e Washington sui vari dossier sul tavolo, a cominciare dal sostegno all'Ucraina ma anche al nodo dei rapporti con Russia e Cina, la sicurezza nel Mediterraneo e la questione dell'approvvigionamento energetico.

Temi scottanti, su cui l'Italia deve provare a trovare una strada che sia in grado di garantirle la sicurezza in tutti i vari aspetti, da quella energetica a quella strategica. "L'Italia, insieme all'UE sta intervenendo per fare fronte alla spropositata e sproporzionata crescita dei prezzi dell'energia, per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento" ha spiegato Meloni, "tutto questo riducendo la sua eccessiva dipendenza dalla Russia. Altri Paesi hanno maggiori difficoltà nel farlo e vanno sostenuti". "Dal dramma della crisi energetica può emergere, per paradosso, anche l'opportunità di rendere il mondo più sostenibile e costruire un mercato più equilibrato, nel quale gli speculatori abbiano meno influenza e i Paesi fornitori abbiano meno opportunità di usare l'energia come un'arma contro altri Paesi" ha sentenziato il premier.

Per Meloni, però, il banco di prova è complesso. La presenza (e gli incontri) con il leader cinese Xi Jinping, il presidente indiano Narendra Modi e con gli altri capi di Stato ribadiscono la necessità per il governo italiano di non rompere i legami con potenze asiatiche che sono fondamentali nel sistema economico italiano e nelle relazioni internazionali. Nella seconda sessione plenaria, Giorgia Meloni, in qualità di presidente di turno uscente, sarà seduta al fianco del presidente indonesiano Joko Widodo, Biden, Modi e Xi, e questo permetterà anche di avere modo di scambiare un minimo di dialogo anche in questo formato. Nell'ottica anche del rinnovato interesse verso l'Africa, ribadito più volte sia dal presidente del Consiglio che dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dialogare con gli attori più importanti oltre a quelli dell'Occidente resta un tema essenziale per dispiegare una politica estera più complessa e articolata che vada al di là dei confini del blocco euro-atlantico.

L'incontro con Biden

È durato quasi un'ora l'incontro tra Meloni e Biden a Bali. Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che al centro del colloqui vi sono stati "il continuo sostegno all'Ucraina, la stabilità nel Mediterraneo e nell'Indo-pacifico e i rapporti con la Cina". Il comunicato della Casa Bianca afferma, sulla stessa linea, che il vertice di oggi tra i due leader è servito per "coordinare le risposte a una serie di sfide globali, comprese quelle poste dalla Repubblica popolare cinese, la crisi climatica e l'uso dell'energia da parte della Russia come arma". Temi che hanno caratterizzato tutto l'impianto delle discussioni del vertice indonesiano e he servono a rimarcare quella piena adesione agli obiettivi euro-atlantici affermato da Meloni sin dall'inizio del suo mandato.

Il vertice Meloni-Erdogan

Importante anche un altro incontro, quello tra il presidente del Consiglio e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Uomo di ponte tra la Nato e la Russia nella guerra in Ucraina e elemento centrale sia in Libia che nella gestione dei flusso migratori verso l'Europa, il leader turco è arrivato a Bali dopo l'attentato che ha sconvolto Istanbul. Meloni ha espresso la sua ferma condanna al terrorismo, mostrando vicinanza al popolo turco. Ma il vertice è servito soprattutto per ribadire l'interesse sui vari dossier che vedono coinvolte sia Roma che Ankara e che rappresentano sfide centrali per entrambi i governi.

Palazzo Chigi ha fatto sapere che sono stati espressi gl auspici per il rafforzamento della partnership commerciale, ma anche della cooperazione tra Italia e Turchia sia all'interno che in Libia, snodo fondamentale della strategia italiana e di quella turca.

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