Ora Adam sorride e va a scuola. La Regione accoglierà altri bimbi

L'unico sopravvissuto alla strage di Khan Younis è stato operato a Niguarda e segue la riabilitazione

Ora Adam sorride e va a scuola. La Regione accoglierà altri bimbi
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Ha ancora bisogno di cure ma sta meglio ed è tornato a scuola il piccolo Adam, l'unico di dieci fratelli sopravvissuto a un raid israeliano, arrivato in Italia da Gaza quest'estate per essere curato a Milano. Mentre va avanti la fase di recupero, Adam - attualmente in carico all'ospedale Niguarda su diversi fronti, sia clinici sia di supporto e riabilitazione - è stato iscritto a un istituto internazionale privato della città grazie al contributo per la retta di un donatore che ha scelto di restare anonimo.

«In questo momento è un bambino che e tornato veramente a essere un bambino dopo la tragedia che ha vissuto» ha raccontato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso dopo aver inaugurato il pronto soccorso del Gaetano Pini. «L'ho visto finalmente sorridere l'altro giorno quando ha cominciato la scuola - ha aggiunto -, poi vedremo nel corso del tempo se lui e la mamma decideranno di rimanere qui a Milano o se trovare altre destinazioni».

Adam e la mamma, la pediatra Alaa al-Najjar, alloggiano in una casa messa a disposizione da Progetto Arca, l'associazione che sta coordinando la raccolta fondi per il piccolo e per tutti gli altri bambini palestinesi in cura in Lombardia. Ad oggi sono stati donati più di 80mila euro per l'acquisto di giocattoli, occhiali, ventilatori e tutto il necessario per la vita quotidiana (si può continuare a donare su progettoarca.org).

Quando era arrivato, Adam era pieno di schegge per il bombardamento subito nel raid aereo del 23 maggio sulla sua abitazione a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e riportava lesioni nervose periferiche. Erano stati necessari trattamenti chirurgici, effettuati dai medici del team di Niguarda. Adam tutt'ora viene seguito in ospedale tre giorni a settimana, con un percorso di riabilitazione che sarà ancora lungo.

Oltre a lui, al Niguarda sono in carico anche una bambina di 3 mesi con una seria cardiopatia e un piccolo di 4 anni con diverse ferite e lesioni dovute a detriti da scoppio. Un altro è ricoverato al Buzzi, tre in gravissime condizioni sono al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Nonostante «la prognosi per loro sia riservatissima - ha spiegato Bertolaso - non abbiamo segnali di eccessiva preoccupazione. Tutti i bambini ricoverati negli ospedali della Lombardia sono seguiti con l'amore e l'affetto con cui ci prendiamo cura dei piccoli di qualsiasi nazionalità».

La Regione, ha fatto sapere l'assessore, è disponibile ad accogliere altri bimbi: «L'ho ripetuto anche l'altro ieri al ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Riceviamo moltissime richieste d'aiuto ma è chiaro che non possiamo intervenire in modo unilaterale - ha concluso Bertolaso -. Tutto deve passare attraverso la Farnesina e organizzazioni che si occupano di trasporto e di ricovero di bambini palestinesi».

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