Politica internazionale

Negato l'accesso nel Paese: lo schiaffo della Tunisia alla Ue

"Sgarbo" istituzionale del presidente tunisino all'Europa: ad alcuni membri della commissione esteri del parlamento di Strasburgo è stato negato l'ingresso

Negato l'accesso nel Paese: lo schiaffo della Tunisia alla Ue

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Lo strappo politico è ben evidente. Kais Saied ha di fatto impedito l'accesso di una delegazione parlamentare europea a Tunisi, aprendo un caso diplomatico significativo con la Ue. Una lettera è stata infatti recapitata ai membri della commssione esteri dell'europarlamento in procinto di arrivare nel Paese nordafricano per due giorni di incontri nella capitale tunisina. Nella missiva, firmata dal ministro degli Esteri tunisino, è contenuto il divieto di accesso in Tunisia. A darne notizia è stato lo stesso ministero ai media locali.

La delegazione rimasta a casa

Le visite di una delegazione della commissione esteri del parlamento europeo in un Paese terzo avvengono ciclicamente. I deputati hanno modo di controllare lo stato di salute dei rapporti tra le parti e di visionare da vicino alcuni dei dossier più delicati. La missione della delegazione pronta a partire per Tunisi rientra quindi tra quelle ordinarie. Varie volte negli ultimi anni, un gruppo di rappresentanti della commissione esteri ha raggiunto la Tunisia per tenere incontri sia istituzionali che formali con le varie realtà del territorio.

Alla volta del Paese nordafricano erano pronti a partire nelle scorse ore almeno cinque deputati europei. Si tratta, nello specifico, di Michael Gahler (Ppe, Germania), Dietmar Koster (S&d, Germania), Salima Yenbou (Renew, Francia), Mounir Satouri (Verdi/Ale, Francia) ed Emmanuel Maurel (La Sinistra, Francia). Una delegazione mista quindi, formata da tedeschi e francesi appartenenti a diversi gruppi parlamentari.

Così come si apprende da una nota dell'europarlamento, la visita aveva "l'obiettivo di comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo, e valutare il memorandum d'intesa firmato dall'Ue e dalla Tunisia". In scaletta erano quindi stati fissati incontri con membri della società civile, delle associazioni e anche con leader di alcune realtà sindacali. Previsti anche vertici con altri parlamentari tunisini e con diversi dirigenti del governo. Le porte però sono state improvvisamente sbarrate.

Perché la scelta di Tunisi rischia di pesare a livello politico

Anche se la lettera è stata inviata direttamente dal ministero degli Esteri tunisino, non c'è dubbio sul fatto che l'input politico del divieto di ingresso alla delegazione europea sia partito da Palazzo Cartagine. Dalla sede cioè della presidenza tunisina, lì dove il capo dello Stato Kais Saied ha scelto per una linea vocata allo schiaffo istituzionale nei confronti della Ue.

Dietro la sua decisione, c'è chi vede il timore di incontri tra i parlamentari europei e alcuni leader dell'opposizione. Ma non è da escludere anche una pista riguardante la linea tenuta da Saied in politica estera. Il presidente tunisino non è nuovo a sgarbi istituzionali nei confronti dell'Europa. A marzo ad esempio, la visita del commissario Paolo Gentiloni a Tunisi ha rischiato di saltare all'ultimo momento sempre per volontà di Saied. Solo la mediazione italiana ha evitato un viaggio a vuoto dell'ex presidente del consiglio in nord Africa.

In sede di firma dell'accordo tra Tunisia e Ue, siglato anche in quel caso con la mediazione italiana, più volte da Tunisi sono arrivati improvvisi rinvii a data da destinarsi. Tra le due sponde del Mediterraneo si è dunque instaurato un costante tira e molla. Alla base, ci sono i mancati arrivi dei fondi Ue e del Fmi in grado di garantire la sopravvivenza economica alla Tunisia. Fondi ancorati a prospettive di riforme che Saied però non è in grado di garantire.

Lo sgarbo istituzionale è quindi un'arma politica nelle mani del presidente tunisino per manifestare la sua insofferenza verso presunti ritardi dell'Ue e dell'occidente nel garantirgli sostegno. Il peso politico dello stop alla visita della delegazione europea non è secondario. Al contrario, è arrivato in una fase in cui a Bruxelles si discute molto circa l'accordo concluso in estate con la mediazione dell'Italia. La mossa di Saied potrebbe quindi avere ripercussioni sul mantenimento dello stesso memorandum e sui futuri accordi da prendere con Tunisi.

La reazione da Bruxelles

Dalla sede del parlamento europeo la risposta è stata affidata alla portavoce della commissione esteri, Nabila Massrali. "Possiamo confermare che la nostra delegazione a Tunisi - si legge nelle sue dichiarazioni rese alla stampa - ha ricevuto una comunicazione ufficiale ieri sera che ci informava che la delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento europeo non sarà autorizzata a entrare in Tunisia".

"Si tratta - ha proseguito - di una sorpresa per noi dopo le diverse visite degli ultimi mesi che ci hanno permesso di stabilire un dialogo franco e aperto tra tutte le istituzioni europee e quelle tunisine, così come con i rappresentanti della società civile".

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