"Il sistema di asilo si è rotto". Bufera nella Ue sull'immigrazione

Lettera dei capi di governo di Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria: chiesto il superamento dell'attuale sistema di asilo e una lotta contro i trafficanti

"Il sistema di asilo si è rotto". Bufera nella Ue sull'immigrazione

Superamento dell'attuale sistema di asilo e mosse concrete contro i trafficanti. Lo hanno chiesto a gran voce, con una lettera pubblicata nelle scorse ore, i capi di governo di alcuni Paesi sia del nord che del sud Europa. Una lettera che ha, tra le altre cose, un chiaro significato politico essendo stata diffusa alla vigilia del consiglio europeo.

I Paesi che hanno sottoscritto la lettera

"A nostro avviso l'attuale sistema di asilo è rotto e avvantaggia soprattutto i cinici trafficanti di esseri umani che approfittano della sfortuna di donne, uomini e bambini". A mettere nero su bianco quella che è una precisa consiederazione sul fallimento dell'attuale sistema, sono stati i capi di governo di Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria. Paesi quindi non solo del nord Europa, dove nelle ultime settimane la tematica relativa all'immigrazione è stata più sentita, ma anche della parte meridionale del vecchio continente.

Un fronte eterogeno che accomuna Paesi scandinavi con Paesi baltici, centro europei e del Mediterraneo. Non a caso, a fianco dell'Austria e della Danimarca, si trovano gli esecutivi di Atene e La Valletta, due dei più esposti al fenomeno migratorio delle frontiere meridionali dell'Ue. Preoccupazioni, quelle di Malta e Grecia, condivise con il governo italiano. Non spunta la firma di Palazzo Chigi nel documento, ma le riflessioni attuate dai capi di governo in questione sono le stesse dell'attuale maggioranza in Italia.

"Invitiamo la Commissione a presentare un approccio europeo completo per tutte le rotte migratorie - prosegue la lettera - e tale approccio dovrebbe mirare ad affrontare i fattori di attrazione anche attraverso i necessari adeguamenti giuridici e tecnici". La missiva quindi tende non solo ad ammettere il fallimento dell'attuale sistema, ma anche a indirizzare l'Europa verso precise misure contro i trafficanti. Un modo per dire, in poche parole, che adesso è arrivato per Bruxelles il momento di affrontare alla radice il problema delle partenze verso i confini europei e ostacolare sia i trafficanti che coloro che favoriscono l'arrivo di migranti.

Il nuovo corso in Europa sull'immigrazione

La presa di posizione dei capi di governo in questione ha certificato il nuovo orientamento in Europa sull'immigrazione. Un orientamento volto a riconoscere l'esistenza di un'emergenza e a indirizzare commissione e istituzioni comunitarie verso la risoluzione del problema. Nella bozza del documento finale del consiglio europeo diffusa ieri, è prevista la richiesta formale alla commissione di avvalersi di tutti gli strumenti per ottenere maggiore collaborazione sui rimpatri dai Paesi terzi. Non solo, ma per la prima volta in ambito europeo si è parlato anche di una possibile "stretta" sulle Ong.

Un cambio di rotta dovuto a diversi fattori. Da un lato, l'aumento del 128% degli ingressi irregolari in Europa tramite la rotta balcanica. Circostanza che ha messo in allarme l'Austria e altri Paesi del centro e nord Europa. Dall'altro, la formazione di esecutivi che hanno come obiettivo il ridimensionamento del fenomeno migratorio.

La stessa Svezia, presidente di turno dell'Ue, è retta da un governo appoggiato dai Democratici Svedesi. Formazione che, a dispetto del nome, è la più a destra nel parlamento di Stoccolma e preme per una nuova politica migratoria.

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