"Tutti potenziali naufraghi". Così vogliono inchiodare l'Italia

Dall'agenzia Onu per le migrazioni introducono il concetto di potenziali naufraghi: così cercano di rallentare il lavoro del governo sui migranti

"Tutti potenziali naufraghi". Così vogliono inchiodare l'Italia

Mentre l'Italia cerca di arginare l'emergenza migranti, cercando soluzioni per rallentare e bloccare le partenze, l'Europa e le organizzazioni internazionali sembrano remare contro. Come riferisce il Corriere della sera, infatti, il governo starebbe studiando un nuovo decreto con il quale stringere le maglie sulle Ong, che da Frontex sono state indicate come un "pull-factor" per le partenze dal nord-Africa. L'obiettivo del nuovo decreto dovrebbe essere quello di regolamentare con maggiore incidenza l'attività delle navi delle Organizzazioni non governative, obbligandole a dimostrare di aver soccorso imbarcazioni che si trovavano a effettivo rischio naufragio.

Troppo spesso, infatti, la sinistra sostiene la sua narrazione pro-immigrazionista senza regole chiamando i migranti "naufraghi" o, ancora peggio, "profughi". Le tre parole vengono utilizzate come sinonimi ma tali non sono, perché a ognuna corrispondono degli status che danno diritto o meno a determinati trattamenti. Quelli che arrivano in Italia, come dimostrato dai numeri, non sono sicuramente profughi ma migranti economici, per i quali la Costituzione italiana non prevede nessuna tutela. E per la maggior parte non sono nemmeno naufraghi, perché vengono fatti salire a bordo delle navi Ong in acque internazionali senza che si trovino in imminente pericolo. Molto spesso le navi incrociano al largo della Libia alla ricerca di questi barchini e nella loro comunicazione le Ong spingono molto sul concetto di "pericolo imminente", proprio per giustificare l'azione recupero in mare.

Negli ultimi giorni, l'opinione pubblica si è spesso concentrata sugli opportuni distinguo tra "naufraghi", "profughi" e "migranti", soprattutto economici. Ma davanti a una presa di coscienza di molti del fatto che la narrazione di una certa corrente abbia spesso calcato la mano su terminologie non consone pur di colpire l'opinione pubblica, oggi l'Organizzazione mondiale delle migrazioni, davanti alla possibile nuova stretta dell'Italia per le Ong, tenta di aggirare la possibile stretta con una nuova definizione, quella di potenziali naufraghi.

"Le barche di migranti che partono dalla Libia sono insicure, di pessima qualità,con un carico di persone eccessivo. Non adatte alla navigazione ('unfit to travel').

Possono affondare in pochi minuti in qualsiasi momento e quindi sono da considerarsi tutte a rischio di naufragio", si legge in una nota di Flavio Di Giacomo, portavoce dell'agenzia dell'Onu. ancora una volta, si evince un tentativo di bloccare il lavoro dell'Italia nella ricerca di una soluzione per impedire le morti nel Mediterraneo e togliere la gestione del flusso dei migranti ai trafficanti di uomini.

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