Europa inclusiva col velo. È bufera sugli spot "islamisti" dell'Ue

L'ipocrisia della Commissione europea: difende - a parole - le donne iraniane che da mesi protestano contro il regime e poi promuove l'uso dell'hijab con video promozionali

Europa inclusiva col velo. È bufera sugli spot "islamisti" dell'Ue

Forse in pochi se ne sono accorti, ma quello che sta per terminare è stato l’Anno europeo dei giovani. L’obiettivo di questo European Year of Youth era quello di puntare i riflettori di tutta l’Unione europea sull'importanza dei propri giovani nella costruzione di un futuro migliore: più verde, più "inclusivo" e più digitale. Anno che si è chiuso in bellezza con il lancio del bando Erasmus 2023 e lo stanziamento di 4,2 miliardi di euro di budget. Al fine di celebrare la chiusura dell'Anno europeo dei giovani, il comitato economico e sociale europeo ha ben pensato di diffondere sui social alcuni video di ringraziamento intrisi dei soliti cliché ultra-progressisti, politicamente correttissimi.

Come riporta Libero, in un video la Torre Eiffel fa da sfondo a una manifestazione in cui campeggia la grande scritta di "extinction rebellion" - l'associazione ambientalista ultra-radicale - oltre alle solite bandiere arcobaleno e pro-Lgbt. Il solito carrozzone progressista e ideologico di cui è intrisa profondamente anche l'Ue. In questo tripudio di politically correct spintissimo, spuntano però qua e là (almeno 6 volte) ragazze con il velo. Ma parliamo degli stessi politici europei che hanno manifestato la loro solidarietà verso le donne iraniane che hanno protestato contro l'obbligo di indossare l'hijab?

Cortocircuito Ue sul velo

Non più tardi del mese scorso, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciava la decisione dell'Ue di "sanzionare delle persone e delle entità per il loro ruolo nella morte di Mahsa Amini e nelle violenze inflitte al popolo iraniano. Siamo al fianco delle donne coraggiose dell’Iran. Inoltre, il sostegno dell’Iran alla guerra della Russia contro l’Ucraina riceverà una risposta chiara dall’Ue". Ora è la stessa Europa a omaggiare e promuovere il velo, in casa propria, in un video istituzionale.

Dopotutto, non è la prima volta che l'Europa celebra il velo come simbolo di inclusione e diversità. Lo scorso anno, il Consiglio d'Europa ritenne opportuno lanciare una campagna di comunicazione a favore della libertà di indossare l'hijab, con l'obiettivo di "combattere l'incitamento all'odio anti-musulmano", evidenziando la presunta la "bellezza delle diversità". Immediatamente criticato, soprattutto dalla Francia, il Consiglio d'Europa decise di rimuovere il video. Ora il tema torna d'attualità con il video dedicato ai giovani.

Il dibattito

Ancora segnato da questo episodio, l'eurodeputato conservatore François-Xavier Bellamy ha così proposto, il 6 ottobre scorso, un emendamento il cui obiettivo era quello di vietare il finanziamento da parte delle istituzioni europee di campagne che potrebbero "promuovere l'hijab" . Una pubblicità resa tanto più "ingiustificabile", secondo la deputato, "in un momento in cui tante donne in Iran e nel mondo rischiano la vita, vengono uccise perché resistono all'oppressione loro imposta". Ha poi aggiunto: "Il messaggio dell'Europa non può consistere nel dire loro, siate felici, accettate l'hijab". Tuttavia, sinistra e verdi hanno impedito che l'emendamento di Bellamy fosse messo a voti. "Complici dell'islamismo" ha accusato il deputato di destra.

Sardone all'attacco

L'eurodeputata della Lega, Silvia Sardone, attacca l'iniziative dell'Ue. In Iran, sottolinea in una nota, "le donne protestano chiedendo libertà e opponendosi all’imposizione del velo islamico. In Europa si continua a promuovere il velo come simbolo di libertà e diversità. Incredibile ma vero! In occasione della fine dell’anno europeo della gioventù il "Comitato economico e sociale europeo" ha diffuso un video di ringraziamento. Nel video compaiono ben 6 volte ragazze con il velo islamico a testimoniare l’importanza della diversità nella gioventù europea. Un totale controsenso ideologico, visto che l’Unione Europea esprime, evidentemente solo a parole, vicinanza alle donne iraniane che protestano contro il velo in quanto strumento di oppressione".

Non è la prima volta, sottolinea l'eurodeputata: proprio per promuovere l’anno della gioventù era stata scelta, tra tante immagini, "anche una donna velata. Anche per la conferenza sul futuro dell’Europa era stata presa come testimonial una ragazza con l’hijab e nelle illustrazioni sui “diritti fondamentali nell’unione” e “del mese della diversità” hanno trovato spazio immagini di donne velate". Noi della Lega, afferma, "sul punto siamo chiarissimi: l’Unione Europea deve smetterla di promuovere un modello di donna con il velo in chiave positiva per non urtare le comunità islamiche più tradizionaliste. E’ un errore in un’Europa che non deve tradire i propri valori e la propria storia.

Allo stesso tempo, soprattutto ora, portare avanti questo tipo di comunicazione è un vero schiaffo alle donne iraniane che lottano proprio per evitare violenze, soprusi e imposizioni, spesso legate proprio al velo islamico".

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