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Gli 007: "Il team Biden nel mirino della Cina". E Trump blocca i visti ai funzionari comunisti

Pechino tenta di intromettersi nella ricerca sul virus. Lite anche all'Onu

Gli 007: "Il team Biden nel mirino della Cina". E Trump blocca i visti ai funzionari comunisti

New York. Torna alle stelle la tensione tra Washington e Pechino. Questa volta la questione riguarda Joe Biden: secondo un funzionario dell'intelligence americana la Cina ha intensificato gli sforzi per influenzare la prossima amministrazione Usa e agenti del Dragone stanno prendendo di mira anche le persone più vicine al team del presidente eletto. William Evanina, capo del controspionaggio della National Intelligence, durante una discussione all'Aspen Istitute ha spiegato che Pechino ha tentato di intromettersi nella ricerca americana del vaccino anti-covid e nelle ultime elezioni. «Abbiamo pure assistito ad un aumento, che era stato pianificato e avevamo previsto, delle campagne di influenza della Cina, ora reindirizzate verso la nuova amministrazione», ha proseguito, parlando di «maligna influenza straniera».

Intanto, Donald Trump ha deciso una stretta all'ingresso negli Usa per i membri del Partito Comunista Cinese. Il New York Times, citando il dipartimento di Stato, ha spiegato che con effetto immediato i visti dei funzionari e delle loro famiglie sono stati ridotti alla durata di un mese e d'ora in poi saranno validi per un solo ingresso. «Per decenni abbiamo consentito al Partito Comunista accesso libero e senza restrizioni alle istituzioni e alle imprese statunitensi, mentre questi stessi privilegi non sono mai stati estesi ai cittadini americani in Cina», ha detto un portavoce. In precedenza, il permesso poteva durare fino a 10 anni e le nuove restrizioni potrebbero teoricamente essere applicate a circa 270 milioni di persone. La limitazione «fa parte di un'escalation di repressione politica contro Pechino da parte di alcune forze anti-cinesi negli Usa», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, sottolineando che il suo paese «ha presentato delle proteste formali».

La stretta è solo l'ultima restrizione di viaggio applicata dalle due potenze ai cittadini dell'altro paese. Entrambi hanno limitato i visti per i giornalisti, e l'amministrazione Trump ha anche revocato i visti a oltre mille studenti del Dragone nell'ambito di una politica introdotta a giugno che accusava alcuni tra loro di spionaggio e furto di proprietà intellettuale.

Un nuovo scontro Usa-Cina sul coronavirus, invece, è andato in scena in occasione del summit virtuale sulla pandemia in corso ieri e oggi all'Onu, che secondo gli Stati Uniti è stato progettato in modo da consentire a Pechino di diffondere la sua propaganda.

Un alto funzionario Usa ha spiegato ai media che per Washington la riunione è stata «progettata per servire agli scopi cinesi». «La politicizzazione della questione non è nell'interesse della comunità internazionale», ha replicato un portavoce della missione di Pechino al Palazzo di Vetro

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