Abitabilità, soffitti e destinazione d'uso: ecco gli emendamenti per il Salva-casa

Nelle 180 pagine anche misure per portare l'altezza minima a 2,40 metri e per i piani terra

Abitabilità, soffitti e destinazione d'uso: ecco gli emendamenti per il Salva-casa
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Dalle altezze dei soffitti ai cambi di destinazione d'uso. Dagli interventi per sanare le piccole difformità a quelli sulle ristrutturazioni. E poi il capitolo per sbloccare lo stallo urbanistico e giudiziario a Milano. Dalla valanga di emendamenti al decreto Salva-casa si evince la traiettoria che il centrodestra intende imprimere al provvedimento voluto dal ministro Matteo Salvini (nella foto), in attesa del decisivo passaggio alla Camera e al Senato.

Nelle quasi 180 pagine che contengono le proposte di modifica, balzano all'occhio proprio le integrazioni sostenute dai partiti di maggioranza con l'obiettivo di snellire la burocrazia e di aggiornare alcune norme. In particolare, un emendamento prevede che sia riconosciuta la conformità ai locali «con un'altezza minima interna inferiore a 2,70 metri, fino al limite massimo di 2,40 metri». Vengono così rivisti i parametri stabiliti dal decreto del ministro della Sanità del 5 luglio 1975, che fissava l'altezza minima interna delle abitazioni a 2,70 metri. Allo stesso modo, si interviene sulle metrature. Il tecnico progettista si legge - è autorizzato a comprovare la conformità di un «alloggio monostanza, per una persona, con una superficie minima, comprensiva di servizi, inferiore a 28 metri quadrati, fino al limite massimo di 20 metri quadrati e, per due persone, inferiore a 38 metri quadrati, fino al limite massimo di 28 metri quadrati». C'è poi un capitolo dedicato al cambio delle destinazioni d'uso. Due emendamenti della Lega, in particolare, sopprimono le limitazioni di passaggio alla destinazione residenziale per i piani terra. Se la modifica passasse, uffici e negozi posti al piano terra potrebbero diventare abitabili, al netto dei vincoli che i singoli Comuni potranno prevedere nel piano regolatore. Inoltre, «è sempre consentito il cambio di destinazione laddove ci sia una manifesta esigenza di dover utilizzare gli immobili a fini sociali».

Nell'ambito della ristrutturazione edilizia, al fine di favorire il recupero di spazi inutilizzati, il Carroccio chiede che «i locali interrati e seminterrati di fabbricati destinati a attività ricettivo-alberghiere possano essere utilizzati per servizi offerti alla clientela», previa segnalazione di inizio attività. E un emendamento di Fdi propone, per i Comuni ad alta tensione abitativa, la destinazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale ad alloggi per l'edilizia residenziale pubblica e sociale, in favore dei nuclei bisognosi.

Non si placano infine gli attriti sugli emendamenti «salva Milano», che i Cinque Stelle definiscono «una porcheria» e che la maggioranza invece rivendica con decisione.

«Interveniamo in difesa delle famiglie e su edifici già abitati sui quali grava un impasse», spiega la deputata leghista Elisa Montemagni, firmataria di diversi emendamenti e ferratissima sul tema. «Oltre a sbloccare i contenziosi aggiunge la norma è migliorativa, perché parla di rigenerazione urbana degli spazi dismessi. Ma questo i 5s lo ignorano».

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