
Dopo l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump, ieri i dazi su acciaio e alluminio importati sono saliti dal 25 al 50 percento. Per ora è stato risparmiato il Regno Unito in base all'accordo firmato con gli Usa il mese scorso. Sempre ieri, però, il segretario Usa al Commercio, Howard Lutnick, durante un'audizione al Senato ha annunciato che gli Stati Uniti potrebbero imporre «nuovi standard» sui dazi applicati ai componenti degli aerei entro fine mese. La Casa Bianca sta comunque tenendo aperto il negoziato con Bruxelles. Alla vigilia dell'incontro di oggi a Washington fra Trump e il neocancelliere tedesco Friedrich Merz, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ieri ha ricordato che «è importante prendere il presidente Usa molto sul serio, ma non bisogna prendere ogni sua parola alla lettera». Intanto, il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto una discussione definita «produttiva e costruttiva» con l'ambasciatore Greer, il rappresentante Usa per il Commercio, a margine della riunione ministeriale del Commercio dell'Ocse a Parigi. «Stiamo procedendo nella giusta direzione, al ritmo giusto, e restiamo in stretto contatto per mantenere lo slancio», ha scritto Sefcovic su X. In conferenza stampa a Parigi poi ha spiegato che per Bruxelles il raddoppio delle tariffe su acciaio e alluminio «è davvero una sorpresa perché» sin dall'inizio «era molto chiaro, dalle mie discussioni con le nostre controparti, che non siamo noi il vero problemi degli Stati Uniti». Le esportazioni Ue di acciaio, alluminio e derivati pesano più di 4 milioni di tonnellate. Abbiamo la stessa sfida» davanti sulla «sovraccapacità globale» alimentata dalla Cina, ha evidenziato Sefcovic. Che punta a raggiungere un accordo con l'amministrazione Usa prima della scadenza del 9 luglio. Un'apertura si registra anche da parte di Washington: i negoziati tra Usa e Ue sui dazi «procedono velocemente», ha detto l'inviato per il commercio di Trump, Greer, aggiungendo che l'incontro di ieri con Sefcovic a Parigi, è stato «molto costruttivo». Sul fronte italiano, vanno infine registrate le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ricevendo al Quirinale una delegazione di italoamericani della Niaf ha dichiarato: «Quello tra le due sponde dell'Atlantico è stato un rapporto di reciproco e rispettoso arricchimento, di restituzione, profondo, che va reso sempre più saldo, fondato com'è su un patrimonio condiviso di valori e principi che sono parte della nostra comune identità e della vita della nostra comunità» ovvero «libertà, uguaglianza, diritti della persona, democrazia, cooperazione economica, libertà di mercato».
Restano assai più complicate le relazioni di Trump con Pechino. «Mi piace il presidente cinese Xi, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre, ma è molto tosto, ed è estremamente duro farci un accordo», ha scritto il presidente Usa sul suo social Truth. Il nuovo ambasciatore statunitense a Pechino, David Pound, è stato ricevuto dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi che si è lamentato di come Washington non stia rispettando l'accordo commerciale raggiunto dalle due potenze imponendo «misure negative» come le ultime restrizioni sui chip.
Intanto, diverse case automobilistiche Usa stanno cercando soluzioni alternative alle restrizioni imposte dalla Cina sulle esportazioni di magneti in terre rare, indispensabili per i motori delle vetture elettriche, tra cui lo spostamento della produzione nel gigante asiatico.