Cronache

Accoltella il convivente e lo evira mentre muore

Vittima un manager di 63 anni. L'assassina, romena, era stata la badante dei suoi genitori

Accoltella il convivente e lo evira mentre muore

La parità di genere, almeno da noi, è espressione riconosciuta. Nei fatti come nei tribunali. Dunque ci si passi il neologismo: «maschicidio». Il terzo, in tre settimane, è avvenuto ieri. Anche le donne uccidono, le statistiche su questo fronte sono approssimative, poco aggiornate per non dire mai fatte.

I maschi, proprio in «quanto tali» si vergognano, a denunciare. Ad ammettere supplizi e tormenti. Se no, che «maschio» sarebbero?

Una ventina di giorni fa, nel Ferrarese fu una lei ad ammazzare i suo lui a coltellate durante una lite. L'altro ieri identico copione a Genova. Ieri di nuovo, solo che stavolta la violenza risulta ancor più granguignolesca. Una spettacolo raccapricciante per i poliziotti chiamati dalla stessa assassina alle 6 del mattino: nel bagno dell'appartamento al terzo piano di una palazzina di via Mar Adriatico a Modena giaceva massacrato il corpo del suo compagno. Colpito con almeno otto coltellate. Feroci, violente, mortali. Ma non era finita. Per completare l'«opera» la signora lo ha evirato mentre era ancora vivo.

Vittima Claudio Palladino, manager 63enne alla Manitou Italia di Castelfranco. Di quale colpa si fosse macchiato non si sa. Il movente farfugliato dalla folle «affettatrice» non regge. O perlomeno - secondo gli investigatori - non regge. Lei si chiama Verona Popescu, romena di 50 anni, ex badante degli anziani genitori del suo attuale compagno.

«Una coppia serena, tranquilla e discreta», raccontano vicini di casa e conoscenti. «La confessione della donna - spiega il procuratore capo Lucia Muasti all'AdnKronos - è attendibile con riferimento alla dinamica dei fatti, quello che lei racconta corrisponde alla scena del delitto e alle condizioni del cadavere mentre il movente che la Popescu sostiene abbia mosso il suo gesto è assolutamente fantasioso. Non sappiamo se sia una bugia - aggiunge Musti - o l'omicida ci creda veramente. In questo caso faremo i rilievi opportuni per capire se è capace di intendere e volere».

Ieri mattina alle 6 e mezza la donna ha chiamato la Questura che è intervenuta nell'abitazione e ha trovato - spiega ancora la procuratrice - «uno scenario raccapricciante, con sangue dappertutto. Lei era a casa vestita e curata, si era completamente ripulita del sangue e ha subito confessato tutto». La sentenza sembra già scritta. Un caso da matti.

E i pazzi non stanno in galera.

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