
Due figli a scuola, due a casa e una caldissima mattina primaverile che per Sawfa e Abdelhakim si trasforma in tragedia. Pochi attimi e la famiglia Dhahri finisce distrutta con il marito che accoltella la moglie, poi scappa e si schianta in auto, rischiando di mandare all'altro mondo altre due persone, mentre due fratellini di 7 e 10 anni chiedono disperatamente aiuto ai vicini per «mamma che sanguina e non sta bene».
Succede a San Secondo Parmense, nella Bassa più placida ed operosa. Ieri sono da poco passate le 8.30 quando Dhahri, tunisino di 58 anni, afferra un coltello da cucina e aggredisce la moglie 48enne, con 7 fendenti. Profondi, violenti. Collo, petto, addome, avambraccio perché Sawfa Felhi, anche lei tunisina, ha tentato di difendersi dall'uomo che amava ed ora lotta fra la vita e la morte al Maggiore di Parma, dov'è stata elitrasportata grazie alla prontezza dei suoi bimbi più piccoli, a casa da scuola per il ponte. Insieme alle sorelle più grandi di 14 e 17 anni dovranno, ora, fare i conti con la violenza, inaudita, ma così pare dalle prime testimonianze soprattutto inedita di un padre che, poco dopo aver cercato di uccidere la loro mamma, è balzato sulla sua auto per dirigersi a tutta velocità verso Parma. L'uomo, però, dopo meno di un chilometro di folle corsa è finito contro un furgoncino. Tentato suicidio o perdita di controllo del mezzo, nonostante la strada fosse dritta e, dai primi rilievi, non ci sarebbero segni di frenata? Nessuna saprà mai. Così come nessuno sembra spiegarsi questo raptus in una famiglia che mai aveva dato problemi.
A San Secondo, in quel viottolo di case basse, in una zona abitata da tanti immigrati come loro, erano arrivati da pochi anni, ma erano in Italia da tempo. La donna si occupava della casa, usciva poco e per seguire i figli. Lui, invece, guidava le ruspe per un'azienda della zona. Quando i bambini hanno dato l'allarme si sono rivolti a vicini nordafricani che hanno mandato avanti le donne: «I piccoli chiedevano aiuto per una donna: noi siamo uomini, non potevamo intervenire», spiega il marito di una delle signore che, per prima, ha aiutato Sawfa. I soccorsi sono stati immediati con l'intervento dei carabinieri del territorio supportati dagli uomini di Fidenza e dalla scientifica del comando provinciale di Parma, coordinati dal colonnello Antonio Pagliaro. Mentre la donna «volava» verso l'ospedale, suo marito trovava o si dava la morte: «Me lo sono trovato davanti, aveva invaso la carreggiata», ha sussurrato uno dei due uomini a bordo del mezzo che si è scontrato con l'auto del tunisino. Entrambi hanno ferite lievi, ma non dimenticheranno.
«Siamo sconvolti e speriamo che la madre si riprenda», spiega Giulia Zucchi, sindaco del borgo. I quattro figli sono stati, per ora, affidati ai servizi sociali del Comune. Non hanno più un padre, rischiano di perdere anche la madre. Senza sapere perché la primavera possa esser così crudele.
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