A due giorni dall'anniversario della morte di Bettino Craxi, e mentre si torna a discutere di una via da intitolargli a Milano, è scomparso il fratello minore del leader socialista. Antonio Craxi è morto ieri mattina a Magenta a 81 anni. Esattamente 17 anni e due giorni dopo il fratello, morto il 19 gennaio 2000 ad Hammamet (Tunisia). «La cosa che fa più impressione è la coincidenza di data fra la commemorazione in ricordo della morte di Bettino e la scomparsa di Antonio» ha commentato l'ex sindaco di Milano, Paolo Pillitteri, che ha sposato la sorella dei Craxi.
Bocconiano, uomo d'affari, Antonio Craxi aveva fatto parlare di sé quando, con la seconda moglie Sylvie, era diventato seguace del santone Sai Baba, trasferendosi da Pontevecchio di Magenta a Puttaparthi, in India, nel 1977 dopo la morte del primo di tre figli avuti con Sylvie, Andrea. Poi era tornato a stabilirsi in Italia negli anni Ottanta. Due personalità molto diverse ma legatissime, quella di Antonio e Bettino. Il padre, l'avvocato Vittorio Craxi, antifascista e perseguitato politico, con la Liberazione era stato viceprefetto a Milano e nel '48 candidato col Fronte popolare. Bettino aveva maturato fin da giovane la vocazione per la politica e a 17 anni si era iscritto a una sezione socialista della periferia di Milano, prima di impegnarsi nella politica universitaria. Antonio studiava Scienze economiche alla Bocconi, si era dedicato agli affari coltivando l'interesse per la finanza e aprendo uno studio. Si era dedicato poi all'import-export, in particolare con l'India.
A un certo punto della vita, infatti, aveva abbracciato un'esperienza mistica che l'ha portato a diventare seguace del predicatore indiano, tanto da organizzare incontri e raduni nella tenuta a 40 chilometri da Milano. «Sono molto dispiaciuto e anche colpito da questa coincidenza molto singolare: il fatto che Antonio se ne sia andato a due giorni di distanza dall'anniversario della morte di Bettino», ha detto ieri Pillitteri arrivando a Magenta, dove martedì alle 15 nella chiesa presso la dimora di Pontevecchio saranno celebrati i funerali.
«Coincidenza, destino, come se ci fossero delle voci di richiamo. Non stava bene ma non ce lo aspettavamo. Sono però confortato dal vedere attorno a lui la sua famiglia, i figli, i nipoti, tanti pensieri e memorie che lo accompagnano in questo suo nuovo viaggio» ha concluso.
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