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Adesso Conte predica contro il patriarcato. Ma il M5s sul sessismo ha battuto tutti i record

Dagli insulti alle donne di Beppe Grillo ai commenti in Aula contro le deputate dem: tutte le uscite "machiste" degli esponenti M5S che si sono succeduti in queste legislature

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Si vede che Giuseppe Conte, in fondo, non è mai stato grillino. Sì, perché il leader dei pentastellati avrebbe bisogno di un ripasso della storia del M5s. Soprattutto quando parla di sessismo e violenza sulle donne. Argomenti di stretta attualità, anche politica, dopo il terribile caso della morte di Giulia Cecchettin. Ebbene, Conte non si è sottratto alla bulimia dichiaratoria sul tema e mercoledì ha spiegato: «Noi su questo tema siamo pronti a dare il nostro contributo per un pacchetto educativo di misure. Il nostro è un appello e speriamo che il governo non lo lasci cadere». E ancora Conte, sempre due giorni fa: «Il tema della violenza sulle donne e delle misure di prevenzione il Movimento lo ha affrontato concretamente e da sempre». Ed è qui che l'attuale leader dei pentastellati mostra di non conoscere o di dimenticare di proposito alcuni episodi della parabola del M5s. Partiamo da Beppe Grillo, un vero campione delle espressioni sessiste. Una storia che comincia nel lontano 2012. È il caso di Federica Salsi, che undici anni fa faceva la consigliera comunale a Bologna. Salsi decide di andare a Ballarò su Rai 3, condotto da Giovanni Floris, contro la volontà del fondatore. Grillo si inalbera e scivola sul sessismo: «La Tv è il vostro punto G, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show». Il sessismo di Grillo affonda le sue radici in un passato ancora più lontano, per arrivare fino al video del 2021 in cui il comico colpevolizzava la ragazza che accusa di stupro il figlio Ciro. Per dire, nel 2001 Grillo definisce «vecchia puttana» la scienziata premio Nobel Rita Levi Montalcini.

Nel 2014 il Blog del Garante, allora gestito dalla Casaleggio, pubblica un post dal titolo allusivo: «Cosa fareste da soli in auto con la Boldrini?». Segue video sull'allora presidente della Camera, con tanto di commenti più che misogini da parte degli attivisti. Claudio Messora, allora capo della comunicazione del M5s al Senato, twitta in risposta all'indignazione di Boldrini: «Cara Laura, se fossimo tutti stupratori tu non correresti nessun rischio». Stesso metodo replicato nel 2018 contro la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano. Il Blog pubblica un video in cui mette alla gogna la parlamentare, che loda Silvio Berlusconi e critica il decreto anticorruzione. Siracusano viene letteralmente sommersa dalle oscenità nei commenti, non cancellate dai gestori del portale. Sempre cinque anni fa, ancora contro le donne di Forza Italia. Dice Grillo in uno spettacolo: «Ora lo psiconano vuole incontrarci: vorrà capire se nel Movimento c'è fica. Ma le nostre donne sono diverse dalle sue, forse non la danno nemmeno ai mariti».

Surreali, a questo punto, le accuse lanciate martedì su X dalla senatrice del M5s Barbara Floridia, che ha tacciato Giorgia Meloni di aderenza alla «cultura patriarcale» perché si fa chiamare il presidente del Consiglio. Molto peggio l'ex ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti. Nel 2019 Il Giornale scopre alcuni post sui social del 2013, in cui il grillino ironizzava sull'aspetto fisico di Daniela Santanché, concludendo: «Se fossi una donna le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti». Nel 2014 l'allora deputato Massimo Felice De Rosa si riferisce così alla Camera alle colleghe del Pd: «Siete qui perché siete brave solo a fare i pompini».

Più sessista di così.

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