Fare politica ha un costo e lo stanno scoprendo sulla loro pelle anche gli onorevoli pentastellati siciliani. Il M5s Sicilia, così come tutti gli altri grillini, rinuncia a tutte le indennità di funzione previste per i deputati che ricoprono cariche interne all’Ars. A fronte di una busta paga base di 11.100 euro lordi (al netto sono 8.200 euro), tutti i portavoce del Movimento trattengono 2.500 euro più le spese sostenute e rendicontate. Insomma una buona parte dei soldi torna indietro e questo ha permesso negli ultimi anni di finanziare diverse iniziative: dal fondo di garanzia per il microcredito siciliano al progetto boom, dalla costruzione della trazzera di Caltavuturo (costruita in attesa della riapertura dell'autostrada Palermo-Catania) fino all'acquisto della casa di Vittoria alla famiglia Guarascio. Eppure, nonostante le buone intenzioni e la trasparenza delle rendicontazioni pubblicate online, la realtà mostra come sia difficile restituire il resto dello stipendio: tra pranzi di lavoro, alloggio per chi non vive a Palermo, trasporti e spese accessorie di varia natura, gran parte dello stipendio serve per coprire i costi dell'attività politica.
I venti portavoce dell'isola arrivano da tutte le province e la spesa maggiore è legata al rimborso carburante, ma non mancano le spese per telefoni e tablet necessari per l'attività parlamentare. Altre spese sono legate alle consulenze esterne, alle collaborazioni e alla semplice gestione dell'ufficio. Per esempio, Stefania Campo a novembre ha trattenuto 800 euro di alloggio, 365 euro di vitto e 1.489 euro per il rimborso benzina. Giancarlo Cancelleri ha restituito tra ottobre e novembre circa 5000 euro, ma in due mesi ha trattenuto 1.022 euro per l'alloggio di ottobre e 320 euro per quello di novembre, 1.500 euro di trasporti nel mese di ottobre e 1.500 euro di rimborso chilometrico. Il capogruppo del M5S all’Ars, Francesco Cappello, a ottobre ha restituito 2.900 euro ma ha trattenuto un migliaio di euro per la benzina. Gianina Ciancio ha restituito 2.700 euro, ma tra le spese di alloggio, vitto e rimborso chilometrico ha speso poco più di 2.296 euro. Luigi Sunseri, ad agosto ha restituito 4.500 euro, a settembre 4.100, ad ottobre poco più di 4.000 e a novembre appena 1.600 euro. Tra le spese più significative la maggior parte delle spese sostenute è per il rimborso chilometrico che si aggira intorno ai mille euro al mese. Sergio Tancredi, che ad ottobre ha restituito appena 800 euro su uno stipendio lordo che supera gli 11mila è quello che ha restituito di meno. Giampiero Trizzino ad ottobre ha speso 2.574 euro tra attività ed eventi, collaboratori personali, trasporti e vitto e fino ad oggi ha restituito 233 mila euro. Stefano Zito che nei giorni scorsi aveva presentato il dossier con i costi dell'Ars ha versato nelle casse 2.179 euro per il mese di ottobre, anche per lui la voce più alta è il rimborso spese legato al carburante pari a 1.121 euro.
Chi va giù duro e ha già promesso di fare la guerra al Movimento è il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché: "Dicono di tagliarsi lo stipendio ogni mese, ma è una bugia colossale, una grossa menzogna, un imbroglio - dice Micciché a Buttanissima.it -. Versano tremila euro in un conto e se li riprendono con gli interessi, come rimborsi spesa. Fanno solo finta di restituirli. C’è una deputata palermitana che ad agosto ha ottenuto tremila euro di rimborso solo per pagarsi il ristorante. E’ tutto finto, non si tagliano niente".
Secondo la rendicontazione dei 5 stelle sono stati versati 4 milioni 913 mila e 635,73 euro, di cui è stato già destinata una cifra che si aggira intorno ai 4 milioni e 356 mila euro per finanziare progetti di pubblica utilità. Ad oggi restano ancora da disporre poco più di mezzo milione di euro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.