Una «affittopoli» a Sesto San Giovanni. Un bilancio disastroso, aggravato dalle ombre di pesanti anomalie. Ombre rosse, si direbbe, come il colore delle giunte che hanno amministrato la seconda città del Milanese dal dopoguerra a un mese fa. Il 25 giugno, infatti, Roberto Di Stefano (Forza Italia) ha clamorosamente vinto le elezioni scalzando il Pd. E fra i primi atti della sua amministrazione civica e di centrodestra, oltre ad aver fermato la moschea e ottenuto l'esercito in strada, il neo sindaco ha ordinato un riaccertamento del bilancio. Dopo una prima analisi, ha trovato «una situazione a dir poco preoccupante, con moltissime ombre da chiarire e con ingenti debiti ereditati da chi ci ha preceduti». «Ogni giorno emergono situazioni anomale» spiega il sindaco, annunciando di aver avviato «su ognuna un'accurata verifica interna». Di Stefano evoca «affittopoli» e definisce la situazione finanziaria del Comune «una vicenda gravissima» al punto da aver segnalato tutto alla Procura e alla Corte dei Conti. Nei conti del Comune il sindaco e l'assessore al Bilancio Nicoletta Pini hanno trovato «crediti mai riscossi e di dubbia esigibilità per 36 milioni di euro e debiti con i fornitori per 15 milioni» con «l'indicatore di tempestività dei pagamenti, che per legge non deve superare i 30 giorni, che a Sesto è arrivato a 89 giorni, chiaro segnale di un marcato squilibrio contabile». Ma i nuovi amministratori denunciano soprattutto, dettagliatamente, quelle che definiscono «situazioni contabili anomale» come l'anticipo, da parte del Comune, di 269mila euro per pagare le «bollette» al «Carroponte», spazio ex industriale recuperato e oggi impiegato come arena per concerti ed eventi. La struttura, ricordano, è assegnata all'Arci (per 10mila euro l'anno) e le spese risultano «non rimborsate». Fra le altre «anomalie» denunciate, l'affitto di villa Zorn (pregevole struttura comunale) al circolo cooperativo Anpi per 50mila euro annui, i cui locali - secondo quando riportato dal sindaco - «vengono subaffittati a un ristorante per 70mila euro all'anno». O ancora «la concessione gratuita del centro sportivo Dordoni con un contributo di 90mila euro a favore della società sportiva che lo gestisce. Ma non è tutto. «Ci sono casi prosegue il sindaco Di Stefano - di molte associazioni del territorio, legate a rappresentanti politici locali, delle quali si fa fatica a comprendere l'attività che concretamente svolgono, cui vengono concessi locali comunali in pieno centro cittadino a poche centinaia di euro all'anno e le utenze, spesso, restano a carico della collettività». Citate le associazioni «Ventimila Leghe» che pagherebbe un affitto annuo di 237 euro, la «Lucrezia Marinelli» (298 euro annui), «Le Malandre» «che addirittura non paga nulla», con utenze a carico dei cittadini. E la cooperativa «Zhubian», nella struttura comunale «Spazio Arte», avrebbe un debito di 211.000 euro. Tra i beneficiari di canoni d'affitto «simbolici» anche Emergency con 358 euro annui.
Con un quadro descritto in questo modo, non sorprende che la disponibilità di cassa a inizio luglio ammontasse a soli 650mila euro e che l'assessore studi una revisione di contratti e utenze, evocando un piano straordinario di vendite immobiliari e societarie e un aumento del grado di copertura dei servizi (per esempio i
nidi che ad oggi costano oltre 5,5 milioni a fronte di 1,4 milioni di entrate). Di Stefano conferma che non aumenterà le tasse, ma annuncia che vuole drasticamente porre fine «alla stagione dei privilegi e delle anomalie».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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