
Aspettata sotto casa, uccisa dal marito mentre si trovava ancora nella sua auto, alla fine di una giornata di lavoro. È quanto accaduto ieri nel tardo pomeriggio a a Samarate, cittadina di 16mila abitanti in provincia di Varese. È stato lo stesso uomo ad autodenunciarsi intorno alle 18,45 di ieri: in stato confusionale Vincenzo Gerardi chiama il 112 e confessa di aver accoltellato la moglie, Teresa Stabile, 55 anni. In pochi minuti i soccorritori, partiti da Gallarate, arrivano in via Bosco San Giovanni, tranquillo quartiere residenziale a pochi passi dal centro, dove trovano la donna ferita a morte. È in arresto cardiaco, i sanitari praticano le manovre rianimatorie sul posto e fino all'arrivo in pronto soccorso a Legnano ma per la donna non c'è più nulla da fare.
I carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio e i colleghi della stazione di Samarate, arrivati nel quartiere tutto condomini e giardini, si imbattono nel marito della vittima, Gerardi, 57 anni, con ancora in mano l'arma del delitto, un coltello da cucina. L'uomo è sotto choc, ma tradisce intenzioni minacciose, ostentando un gesto estremo contro di sé: forse ha capito la gravità di quanto avvenuto e vuole cercare di togliersi la vita. I militari, capita la situazione, lo bloccano col taser, impendendogli di compiere l'estremo gesto, lo atterrano e lo portano in caserma.
Gerardi viene fotosegnalato e arrestato dopo l'interrogatorio col pubblico ministero Ciro Caramore della Procura di Busto Arsizio. Ancora in fase di accertamento il movente: anche se non risulterebbero interventi da parte delle forze dell'ordine per liti, la coppia, con due figli maggiorenni, era in fase di separazione.
Il terribile femminicidio di ieri sera, si è svolto in uno scenario piuttosto agghiacciante: a circa 300 metri in linea d'aria dal parcheggio di via Bosco San Giovanni, infatti, viveva la famiglia di Alessandro Maja, l'uomo che la notte del 3 maggio 2022 uccise moglie e figlia minore e tentò di assassinare il primogenito Nicolò, salvo per miracolo.
Sempre ieri sono arrivate a conclusione le indagini per un altro efferato femminicidio, avvenuto il 13 luglio 2024 a Barano d'Ischia, sull'isola di Ischia nel golfo di Napoli. Ilia Batrakov, 41enne, di origine russe, è stato arrestato ieri con l'accusa di omicidio doloso pluriaggravato.
L'uomo, infatti, era tornato ore dopo nel dirupo dove aveva fatto cadere la sua compagna Marta Maria Ohryzko, 32 anni, ucraina, che era rimasta immobilizzata per la frattura della caviglia, e l'aveva ammazzata. Per gli inquirenti Batrakov ha agito anche con le aggravanti dei motivi abietti e futili e dell'aver approfittato di circostanze di tempo, luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.