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Ai rosiconi di sinistra restano solo gli insulti. E la Boldrini si attacca persino all'ananas

L'attacco violento (con strafalcione) di Saviano al neoministro Sangiuliano

Ai rosiconi di sinistra restano solo gli insulti. E la Boldrini si attacca persino all'ananas

La sinistra ha ragionato per anni sulle Pari opportunità, partendo dalle quote rosa e arrivando a impartire grottesche lezioni di grammatica. Tanti i temi toccati dal dibattito progressista: si dirà «presidente», «presidenta» o «presidentessa»? Per essere più inclusivi sarà meglio usare l'asterisco o la schwa? Cosa si può fare al fine di abbattere il patriarcato e instaurare il matriarcato? Non si potrebbe dire «matria» invece di «patria»?

Mentre la sinistra approfondiva questi aspetti, la destra si è presentata all'appuntamento con la storia: Giorgia Meloni è la prima donna italiana a diventare presidente del Consiglio. Non solo. Meloni è anche la leader del suo partito. Quante leader ha avuto il Partito democratico in decenni di dure battaglie per l'uguaglianza tra i sessi? Vi risparmiamo la fatica di guardare su Wikipedia: zero, nessuna, niente, nada. Inutile ora sbraitare che il governo è a maggioranza maschile. Al potere c'è una giovane donna che si è fatta da sola. L'immagine è così forte da rendere meschina ogni discussione. L'ha riconosciuto anche Enrico Letta.

Prima delle elezioni abbiamo assistito a riposizionamenti e a riflessioni «sensazionali». Michela Murgia, Michela Marzano e altre pensatrici di uguale calibro hanno sollevato una serie di distinguo. La Meloni sarà anche donna, ma interpreta il potere come un uomo; la Meloni sarà anche femmina, ma non è femminista; non esiste una entità «donna» che racchiuda tutti i modi di essere. Dopo le elezioni ai progressisti non resta che fare battutine o polemichette sui social network. Clamoroso lo scivolone di Roberto Saviano, che rimprovera il neoministro Gennaro Sangiuliano sbagliando un dettaglio: il nome del ministero affidato all'ex direttore del Tg2. Scrive Saviano su Twitter: «Sangiuliano, mediocre giornalista, biografo di Putin (...) mi querelò la storia e la fame atavica di Genny 'o ministro mi hanno dato ragione. Era facile immaginare: in questo paese l'unico merito è servire, con buona pace del neoministro della cultura e del merito». Gennaro Sangiuliano è ministro della Cultura (giusto) ma non del Merito (sbagliato). Prima di assegnare patenti di mediocrità non sarebbe meglio controllare ed evitare gli strafalcioni? Anche Laura Boldrini si scatena su twitter: «Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentareche vuol dire? Metteranno fuori legge l'ananas? Ministero delle pari opportunità insieme a famiglia e natalità: siamo a Roma o a Varsavia? È il governo della destra retrograda, autarchica e un po' grottesca». Sul ministero di Eugenia Roccella (Famiglia, Natalità e Pari opportunità) nulla si può ancora dire. Certamente si può notare che in Francia esiste il ministero della sovranità alimentare. Non ha il compito di vietare il mango ma di definire politiche sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, con attenzione verso la piccola e media impresa. Il maggior sostenitore di questo ministero è il presidente Macron, che non appartiene alla destra «retrograda».

Poi c'è la folla dei leoni da tastiera che sparano insulti a raffica contro la nuova compagine prima ancora di aver visto un singolo provvedimento. Dove erano in questi anni quando talenti come Toninelli, Di Maio e Speranza andavano al governo?

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