Ma gli alfaniani si credono ancora decisivi

Dopo gli addii di Costa e Cassano Ap è nel caos. Il leader sparge ottimismo

Ma gli alfaniani si credono ancora decisivi

Roma La Leopolda dei centristi di Alfano ha una cornice anche più suggestiva di quella fiorentina: i Giardini Naxos (Messina); tuttavia non si respira l'entusiasmo e la sicurezza dei renziani di stretta osservanza. Organizzata dalla fondazione Costruiamo il futuro di Maurizio Lupi la tre giorni siciliana ha cercato di arginare gli attacchi mediatici che stanno piovendo addosso su Alternativa popolare per via soprattutto delle ultime uscite. Da Cassano a Costa, passando per il deputato Maurizio Bernardo che ha scelto di confluire nel Pd, è tutto un agitare il campanello d'allarme non soltanto per Angelino Alfano, il già citato Lupi e Beatrice Lorenzin. A preoccuparsene sono persino gli avversari di questo governo, che vedono la sua compagine sempre più instabile, tanto da scorgere all'orizzonte lo spauracchio del voto anticipato.

Insomma da qualsiasi punto la si osservi Alternativa popolare preoccupa. Eppure il ministro degli Esteri tiene la mano ferma sul timone del suo vascello politico. E continua a sostenere che non esiste altro centro. Lo ha confermato anche dalla ribalta di Giardini Naxos, dove ha anche fatto un breve cenno, durante il suo intervento di ieri, alle prossime elezioni amministrative siciliane. «Perché dovremmo accettare candidati esterni che si propongono? - si chiede - Abbiamo un programma molto chiaro che riguarda la Sicilia. Noi presenteremo questo programma ed è su questo che chiederemo le convergenze».

Insomma Alfano ostenta sicurezza. E sulle ultime «fughe» dal partito commenta: «Non deve preoccupare l'emorragia del ceto politico, perché non vuol dire emorragia di voti». E la trappola della legge elettorale, «per il momento disinnescata», resta per Fabrizio Cicchitto un esempio della miopia politica dimostrata nell'ultimo scorcio di legislatura da Renzi. «Ha rischiato di commettere - spiega ai giovani quadri di Ap riuniti a Giardini Naxos - lo stesso errore che fece Achille Occhetto nel '94 quando questi accettò il maggioritario come il naturale segno dei tempi».

L'importante, spiega ai suoi Alfano, è entrare in parlamento dove Ap sarà ancora determinante nella costruzione del prossimo esecutivo. E a questo proposito Maurizio Lupi ostenta ottimismo: «Swg ci attesta intorno al 3/4 per cento».

I moderati, insomma, non sono un'astrazione. Almeno a detta del leader di Ap. I vertici del partito nella trasferta siciliana hanno quindi mostrato un ottimismo imprevisto dai cronisti di cose politiche. E a chi ne chiede conto viene sussurrata soltanto una frase: ius soli.

Sarà infatti sulla battaglia per il diritto alla cittadinanza dei figli degli immigrati nati in territorio italiano che si misurerà la stabilità dell'alleanza Alfano-Renzi. Un modo, aggiungono a Giardini Naxos, per dare una fisionomia più netta al polo moderato che si vuole smarcare sia dal Pd che da Forza Italia.

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