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Alfano annuncia leggi speciali Ma alla Camera c'è il deserto

I deputati snobbano il ministro dell'Interno, che rassicura: «In Italia nessun rischio specifico» Le misure: ritiro dei passaporti, pene a chi favorisce i combattenti, controlli sugli immigrati

Alfano annuncia leggi speciali Ma alla Camera c'è il deserto

RomaNelle ore in cui l'Europa segue con il fiato sospeso la battaglia di Parigi i nostri deputati preferiscono gli schermi televisivi o i siti di informazione all'informativa del ministro dell'Interno Angelino Alfano, che in aula a Montecitorio riferisce delle conseguenze italiane dell'attacco al cuore del vecchio continente. L'emiciclo è semivuoto, solo i banchi della Lega sono affollati. Tutti gli altri marcano visita.

Eppure l'inquilino del Viminale qualche notizia ce l'ha. E non si tratta di roba rassicurante. Un fermo immagine di un Paese, il nostro, che è tutt'altro che marginale nel fronte che volenti o nolenti ci contrappone alla barbarie della Jihad . Racconta che dei 53 foreign fighters del terrorismo islamico che hanno avuto rapporti certi con il nostro Paese, quattro sono italiani, e uno di essi è Giuliano Delnevo, il combattente genovese morto in Siria nel 2013. La quasi totalità di essi «è ancora attiva nei territori di guerra, mentre la restante parte, minoritaria, è morta in combattimento o detenuta in altri Paesi», dice Alfano. E a proposito: anche Cherif Kouachi, uno dei due fratelli responsabili dell'assalto a Charlie Hebdo , era ben noto alle forze di polizia italiane.

In bilico tra rassicurazione e allarmismo, Alfano è comunque chiaro: «Non abbiamo segnali che indichino specifiche forme di rischio per l'Italia o interessi italiani, ma siamo tuttavia esposti all'insidia terroristica», anche a causa della presenza del Papa, «a volte additato nei farneticanti messaggi di Al Bagdadi tra i possibili bersagli». Il rischio c'è, dunque. E il governo risponde promettendo nuove misure: non ancora la superprocura antiterrorismo invocata da più parti, sulla quale sta ragionando con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Ma «il ritiro del passaporto, pene contro chi organizza gli spostamenti dei foreign fighters , stop alla vendita dei precursori di esplosivi, black list dei siti a rischio». E poi: maggiori controlli sui flussi di immigrazione, «individuati come possibile veicolo di inflitrazione dei movimenti terroristici»; il monitoraggio delle moschee, che spesso sorgono in locali di fortuna che favoriscono «zone d'ombra nelle quali sono più difficili gli accertamenti»; e «l'immediato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza» degli obiettivi sensibili, tra i quali giornali e tv. Punto questo che provoca l'ira del Sap: «Solo fumo negli occhi - dice il segretario del sindacato di polizia Gianni Tonelli - Invito i giornalisti ad affacciarsi dalle finestre della propria redazione e a verificare se sono state rafforzate le misure di vigilanza e prevenzione come promesso dal ministro. Siamo purtroppo al totale fallimento delle politiche di sicurezza».

La pattuglia dei deputati leghisti è non solo la più affollata ma anche la più agguerrita: «Questo governo è collaborazionista dei terroristi. Quello che fate perora la loro causa», sbraita Paolo Grimoldi, che aggiunge: «Ritirare i passaporti? Ma se i terroristi andate a prenderli con le navi da guerra sui bagnasciuga dei Paesi musulmani che manco hanno addosso i documenti?» Gli date le schede telefoniche e le case per fare le basi, i terroristi frequentavano il centro di viale Jenner...».

Duri anche i grillini, che però attaccano Alfano sui tagli alla sicurezza «per finanziare l'Expo, con le inchieste che poi abbiamo visto emergere», accusa Angelo Tofalo del M5S. Della stessa idea il Elio Vito (Fi): «Basta tagli alla sicurezza, alle forze dell'ordine e ai militari. L'Italia e l'Europa difendano le proprie radici ed estendano le loro libertà». Cupo Ignazio La Russa, deputato di Fratelli d'Italia: «Ci hanno dichiarato guerra. Se non lo capiamo allora è finita».

Ma forse, se nei giorni della rabbia e della paura i deputati sono a casa e non in aula, è già finita.

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