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Alfano a Bruxelles per il vertice: "Per i rimpatri si usino i soldi Ue"

Il Viminale punta all'introduzione del sistema delle quote e chiede a Bruxelles (e pagare) il ritorno dei migranti. Gentiloni: "Ricollocamento permanente"

Alfano a Bruxelles per il vertice: "Per i rimpatri si usino i soldi Ue"

È a Bruxelles per il consiglio europeo il ministro dell'Interno Angelino Alfano, impegnato in un summit convocato per discutere delle proposte del presidente Juncker, un pacchetto che comprende la redistribuzione dei migranti tra i Paesi dell'Unione, tema su cui non tutti sono d'accordo.

Nel giorno in cui i 28 hanno dato formalmente il via libera alla fase 2 della missione mediterraneo, che prevede in casi estremi l'utilizzo della forza contro gli scafisti che solcano il Mediterraneo con il loro carico di uomini, Alfano mette in luce un secondo problemi, quello dei rimpatri di chi in Europa non ha legalmente il diritto di rimanere.

Il ministro dell'Interno italiano ha dichiarato alla stampa, mentre si apprestava a entrare a palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, che "deve essere Frontex a fare i rimpatri. Deve essere una responsabilità europea e ci vogliono i soldi europei per organizzarli".

Per Alfano la strategia corretta per rispondere all'emergenza è quella di "una distribuzione equa" affiancata a un sistema di rimpatrio efficiente e soprattutto "pagato dall'Unione Europea". Una richiesta di compattezza ai 28 di Bruxelles, convinto che la strategia del ricollocamento "sarà un buco nel muro di Dublino".

La normativa in vigore in Europa, la Dublino 2, impone che chi arriva in Europa e ha diritto a farlo chieda asilo al primo Paese dove mette piede. Una legge che soprattutto in passato ha scaricato gran parte del peso sui Paesi meridionali affacciati sul Mediterraneo, Italia compresa. E una legge che il Viminale punta di fatto a superare.

Che l'Italia mira all'approvazione del meccanismo di ricollocamento lo dice anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, secondo cui dovrebbe essere "permanente e obbligatorio" e che spera anche la Gran Bretagna ne faccia parte.

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