Gian MicalessinDa una parte il messaggio del Califfo, dall'altra l'allarme di Vienna che annuncia possibili attentati nelle principali capitali europee da qui a Capodanno. Poi gli arresti di Sarajevo, dove gli estremisti pianificavano almeno 100 vittime. Mentre in Siria i russi festeggiano il Natale eliminando Zahran Alloush, un comandante jihadista responsabile dei bombardamenti dei quartieri cristiani di Damasco costati la vita a centinaia di civili, in Europa monta la paura. Il germe del terrore si nasconde in una misteriosa soffiata. L'avvertimento austriaco segnala la possibilità di attacchi con armi automatiche e ordigni esplosivi da parte di gruppi terroristi. La soffiata - girata poco prima di Natale alle autorità austriache da un non meglio identificato servizio di sicurezza «amico» - conterrebbe nomi e cognomi dei possibili componenti dei commando, ma non specificherebbe né gli obbiettivi, né le città a rischio. «Non sappiamo se queste persone esistano o se siano dei nomi dietro ai quali non ci sono personaggi reali», spiega il portavoce della polizia di Vienna Christoph Pölzl, aggiungendo di non aver alcuna prova che i sospetti «siano già arrivati a Vienna e tanto meno in Europa». Sembrerebbe solo uno dei tanti allarmi senza troppo fondamento diffusi nelle festività. Poi, in nottata, ecco il collegamento. A Sarajevo vengono arrestate 11 persone e sventato un attacco terroristico. Un gruppo di estremisti islamici stava pianificando per la fine dell'anno un attentato nel quale avrebbero dovuto perdere la vita «cento persone», l'annucio del procuratore antiterrorismo Dubravko Campara.La preoccupazione si fa più concreta se alla soffiata si aggiungono da una parte l'inusuale messaggio diffuso ieri sul web dall'autoproclamato Califfo dello Stato Islamico Abu Bakr Al Baghdadi e, dall'altra, la misteriosa scomparsa di 12 presunti terroristi dell'Isis arrivati in Germania con falsi passaporti siriani identici a quelli utilizzati da due terroristi in azione a Parigi il 13 novembre scorso. La scomparsa dei 12 sospetti terroristi fa il paio - tra l'altro - con l'arresto di due sospetti militanti dello Stato Islamico - con in tasca gli stessi passaporti - fermati dalla polizia austriaca in un centro rifugiati di Salisburgo a metà dicembre. Tutti indizi che avvalorano il sospetto di un commando pronto ad agire nel cuore dell'Europa, proprio a Sarajevo. In questo contesto il misterioso messaggio di Al Baghdadi potrebbe rappresentare il via libera atteso dai terroristi.Anche perché l'audio-comunicato di oltre 23 minuti diffuso via twitter e intitolato «Messaggio alternativo di Natale» sembra da una parte destinato a rincuorare i propri fedeli e dall'altro a rilanciare la sfida all'Occidente e ad Israele. «Siate fiduciosi e accogliete la buona notizia il nostro Stato se la sta cavando bene e Allah concederà la vittoria a quanti lo pregano perché più è intensa la guerra che gli viene mossa, più il nostro Stato diventa puro e forte», esordisce il Califfo che subito dopo lancia la sua nuova sfida - Crociati ed Ebrei non osano affrontarci sul terreno perché sono già stati sconfitti in Afghanistan ed Irak - annuncia facendo intendere che gli occidentali hanno imparato la lezione con le batoste subite in precedenza. Ora il vero rebus è capire perché Al Baghdadi, scomparso sette mesi fa dopo le notizie di un suo ferimento in un raid aereo, decida di far risentire la propria voce.
Vuole semplicemente far saper che è vivo? Intende sfidare l'Occidente alla vigilia di un nuovo attacco al cuore dell'Europa per spingerlo a impantanarsi in un conflitto di terra? O tenta di rincuorare i propri fedeli sottoposti da una parte agli attacchi dell'esercito iracheno a Ramadi e dall'altra a quella dei gruppi curdi e arabi protagonisti di un'offensiva che - per la prima volta - mette in difficoltà il Califfato anche in Siria? Una Siria dove a Natale dieci missili russi hanno incenerito Zahran Alloush, comandante di quell'Esercito Dell'Islam (Jaysh al Islam) che da due anni bersaglia i quartieri cristiani di Damasco. Un raid salutato dagli abitanti di quei quartieri come il «regalo di Natale» di Vladimir Putin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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