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Allarme violenza. Meloni all'attacco: "Ora non c'è più tempo da perdere". Ma la sinistra tace

La situazione sicurezza a Milano "merita attenzione ma non è drammatica" sosteneva non più tardi di dieci giorni fa il sindaco Beppe Sala

Allarme violenza. Meloni all'attacco: "Ora non c'è più tempo da perdere". Ma la sinistra tace

La situazione sicurezza a Milano «merita attenzione ma non è drammatica» sosteneva non più tardi di dieci giorni fa il sindaco Beppe Sala. Eppure il centrodestra (e non solo) lo invita caldamente a prendere in mano rapidamente il «dossier», tra una colazione con il ministro ex M5S Luigi Di Maio e un incontro con il leader del Pd Enrico Letta. Dopo il pestaggio choc davanti alla stazione Centrale e ai turisti arrivati in treno venerdì intorno alle 20 - un extracomunitario ha preso a calci in testa un tunisino di 17 anni, le immagini del giovane a terra in un lago di sangue sono state filmate con il telefonino e diffuse sui social - ieri due egiziani di 18 e 24 anni hanno aggredito all'alba una coppia in un giardinetto tra via Lorenteggio e via Frattini, nella periferia Sud. Sono stati arrestati per violenza sessuale e tentata rapina. Le vittime sono un 22enne e una trentenne, entrambi romeni. Gli egiziani prima hanno tentato di sottrarre al ragazzo gli oggetti contenuti all'interno di un borsello, sotto minaccia, poi hanno palpeggiato al seno e alle parti intime la donna, tenendo bloccato il ventiduenne. Quindi sono scappati, non prima di aver colpito ripetutamente con calci e pugni il giovane e avergli lanciato contro delle bottiglie di vetro. Alcuni passanti hanno chiamato i carabinieri che sono riusciti a rintracciare nelle vicinanze i due aggressori, li hanno arrestati e accompagnati al carcere di San Vittore.

«A quante altre aggressioni e violenze dovremo assistere per ammettere che in Italia c'è un enorme problema di sicurezza? Non c'è più tempo da perdere», tuona su Twitter la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, allegando alla domanda retorica il video del pestaggio a sangue davanti alla stazione Centrale di Milano, biglietto da visita per i turisti che in questi giorni stanno affollando la città. Per l'eurodeputata della Lega Silvia Sardone, che è anche consigliera comunale nel capoluogo, «l'aggressione di una coppia in piazza Frattini da parte di due egiziani dimostra una volta di più come il livello di violenze in città sia arrivato a una soglia molto preoccupante. Lui è stato picchiato selvaggiamente, lei violentata. Eppure la sinistra, anche dopo le scene cruente del pestaggio di venerdì in Centrale, continua a stare zitta. I buonisti preferiscono far finta di nulla e nascondere il fallimento sul tema dell'immigrazione e della sicurezza». La deputata leghista Laura Ravetto denuncia «un'escalation di violenza sempre più grave, che dimostra il fallimento totale delle politiche progressiste». Cosa serve? «Sicurezza, porti chiusi e una vera integrazione che educhi al rispetto della donna. È inaccettabile che nel nostro Paese accadano ancora episodi simili». La collega di partito e in Parlamento Federica Zanella aggiunge che «il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese come sempre è non pervenuta, pur essendo stata prefetto a Milano. Per fortuna tra due mesi si vota e resterà solo un brutto ricordo». Dopo il violentissimo pestaggio anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha chiesto a «Lamorgese, Sala e Pd» di «rompere gli indugi. Non c'è più tempo da perdere, stop ai tentennamenti e subito in campo, ma davvero, in tempi rapidi, un forte contingente dell'Esercito a supporto di carabinieri e polizia».

E persino la polizia conferma di avere «le armi spuntate, e non bastano le assunzioni». Il portavoce del Consap (confederazione sindacale autonoma) Cesario Bortone sostiene che «il sistema di sicurezza non ha saputo adattarsi normativamente e strategicamente alle nuove emergenze.

A ciò si aggiunge che tra le forze di polizia circola una forte sensazione di abbandono da parte delle istituzioni, e ci troviamo in presenza di norme giuridiche che tendono a tutelare più i delinquenti che i poliziotti, oltre che la collettività stessa».

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