
L'ex generale libico, Osama Njeem Almasri, è sicuramente capace di bastonare a morte un uomo a mani nude, come mostrerebbe un video ripreso nelle strade di Tripoli. Però il ricercato dal Tribunale penale internazionale è diventato una pedina di un'operazione di "influenza occulta", che mira anche a mettere in difficoltà il governo italiano. Per questo i nostri apparati di intelligence stanno cercando di capire se è stata utilizzata l'intelligenza artificiale per un video fake, come già fatto il mese scorso. O cosa c'è dietro.
"Il filmato è vero", afferma un'attendibile fonte del Giornale a Tripoli, ma non è stato girato in questi giorni. Lo stesso Almasri ha fatto sapere che il filmato è stato girato nel 2021 o 2022 nelle vicinanze della sua abitazione a Tripoli. Secondo il racconto del diretto interessato, Almasri aveva chiesto al conducente di un'autovettura di spostare il mezzo perché mal parcheggiato. La presunta vittima avrebbe tirato fuori una pistola ed è scattata la reazione di Almasri. Il conducente non avrebbe riportato lesioni gravi e sarebbe stato denunciato alla procura libica.
Il video dura 50 secondi e riprende, in mezzo al traffico, Almasri che butta a terra un uomo. Poi lo riempie di calci e pugni. Si intravede pure un libico armato di kalashnikov, probabile guardia del corpo dell'ex generale oggi formalmente ricercato anche nel suo Paese.
Il video shock, che sta circolando sui social, è stato pubblicato dalla testata libica Al Masdar Media e denuncia "il barbaro omicidio commesso nelle strade di Tripoli", facendo pensare che sia stato girato in questi giorni. L'opposizione trona a scatenarsi contro il governo Meloni, che in gennaio ha espulso Almasri rimandandolo in Libia. La foto finale, montata dopo il video, mostra l'ex generale con il vice Adbdel Ghani al Kikli detto Gheniwa, ucciso in maggio negli ultimi scontri con le milizie a Tripoli. "Un sanguinario di alto livello rimasto ferito o forse morto", spiega la fonte di Tripoli. La foto è sicuramente stata scattata prima del gennaio di quest'anno ed utilizzata per cercare di dissipare ogni dubbio sull'identità di Almasri, ripreso nel filmato. La versione fornita dal diritto interessato, se vera, apre un altro capitolo della vicenda.
L'aspetto più interessante è che Al Masdar media ha un'attenzione particolare nei confronti del tagliagole libico. Il 16 luglio ha pubblicato un video generato con l'intelligenza artificiale di Almasri, che rilascia una specie di confessione pubblica spiegando come sarebbe sfuggito al mandato di arresto internazionale in vari Paesi europei, compresa l'Italia, e adesso in Libia. Al Masdar è un social media vicino al governo di unità nazionale del premier di Tripoli, Abdelhamid Dbeiba, che da maggio ha dichiarato guerra alla milizia, prima istituzionalizzata, di Rada. Almasri è il numero due di questa formazione armata, che controlla ancora l'aeroporto di Mitiga e quartieri della Capitale. Il social media fa riferimento a Walid Ellafi, ministro delle comunicazioni, affiliato ai Fratelli musulmani, braccio destro di Dbeiba. Rada è composta da salafiti, rivalistorici della Fratellanza. La testata sembra costituita ad hoc per operazioni di cover influence, influenza occulta, "che applicano in contesti politici, scenari che coinvolgono attività di spionaggio - spiegano gli esperti - o di propaganda guidati da uno Stato e indirizzati a compromettere la coesione sociale o la stabilità di un Paese bersaglio".
I video falsi e veri di Almasri sembrano più rivolti alla lotta interna libica, ma trovano agganci in Italia, dove discusse Ong, come Rifugiati in Libia con sede a Bologna, fondata da David
Yambio, rilancia il pestaggio di Almasri, che sarebbe datato, per sollevare una reazione politica. L'opposizione si indigna senza avere idea dell'"influenza occulta" dietro al video dell'ex generale ricercato pure in Libia.