Il tempo è tiranno. Per una volta ci comporteremo come tutti gli altri. Al bando le regole. Così si potrebbe riassumere la posizione dei vertici del Movimento 5 Stelle alla luce della decisione del Tribunale civile di Palermo che ha ribadito la nullità delle Regionarie del luglio scorso. La votazione online, che ha incoronato Giancarlo Cancelleri come candidato alla carica di governatore della Sicilia per il Movimento fondato da Beppe Grillo, deve essere rifatta, almeno secondo quanto stabilito dalla Quinta sezione civile del Tribunale di Palermo. D'altronde, spiega lo stesso giudice Claudia Spiga nella motivazione, di tempo se le si vuole rifare ce n'è ancora.
Il ricorso era stato avanzato da un candidato escluso per non aver firmato in tempo il cosiddetto codice etico. Mauro Giulivi, il ricorrente, già bocciato alle primarie per il Comune di Palermo e compagno nella vita della deputata grillina Chiara Di Benedetto, gongola. «A questo punto - dice - non si possono che ripetere le Regionarie. È una questione di rispetto delle regole, di democrazia, di legalità». Valori irrinunciabili per il Movimento fondato dal comico genovese, ma non questa volta. Ed è lo stesso Cancelleri a spiegarlo. «Entro sabato devono essere depositate le candidature a governatore - spiega - peraltro accompagnate entro il 6 ottobre dalla registrazione delle liste ognuna delle quali accompagnate da almeno 3.600 firme. Quindi non c'è tempo per rifare tutto». Gli fa eco lo stesso Grillo che in un post del suo blog sentenzia lapidario: «Cancelleri era, è e sarà il candidato del Movimento 5 Stelle in Sicilia». Il risultato delle Regionarie però, almeno stando alla sospensione disposta dal giudice palermitano, non è valido. Cancelleri, insomma, correrà. E non per il frutto del risultato della consultazione online ma semplicemente perché così viene disposto dallo «staff» (termine usato dallo stesso giudice nelle dodici cartelle della sospensione per indicare la dirigenza del Movimento che ha respinto la partecipazione di Giulivi alle Regionarie dello scorso luglio). Lo stesso Cancelleri ha annunciato di aver presentato ricorso sull'ultima decisione dei giudici, ma i tempi saranno troppo lunghi, a suo dire. E già partono gli slogan da campagna elettorale. «Andiamo avanti sempre più convinti - conferma l'eurodeputato Ignazio Corrao - D'altronde le primarie non sono un obbligo di legge ma una facoltà, democratica, esercitata nelle elezioni regionali siciliane solo ed esclusivamente dal M5s».
Le parti, quindi, si invertono. Se prima erano i grillini a vestire i panni dei pignoli legulei, ora sono i concorrenti a ironizzare su questa facile rinuncia a norme e codici. «Il Movimento 5 stelle se ne frega della sentenza dei giudici del Tribunale di Palermo - commenta Michele Anzaldi, deputato del Pd - Un bell'esempio di rispetto della legalità per chi vorrebbe guidare la Sicilia, una terra martoriata proprio dalle tante illegalità».
E lo stesso avvocato di Giulivi, Lorenzo Borrè, già difensore di Marika Cassimatis, la vincitrice delle primarie genovesi poi estromessa alla corsa a sindaco dallo stesso Grillo, ieri commentava ironico: «Ma il 12 settembre non s'era detto: parteciperemo alle elezioni, come previsto, e lo faremo seguendo le decisioni del tribunale?»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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