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Lo ammette pure Conte: cosa c'è davvero dietro la guerra con Casaleggio

L'ex premier pronto a trasformare il Movimento in partito. Ma manca un "passaggio fondamentale": Casaleggio non vuol cedere i dati degli iscritti

Lo ammette pure Conte: cosa c'è davvero dietro la guerra con Casaleggio

La battaglia per la democrazia diretta? Il ritorno all'età dell'oro dei Meet-up e l'attivismo iperlocale? La dicotomia tra contiani e dibbattistiani, tra grillini e casaleggiani? Macché dietro il divorzio tra Movimento 5 Stelle e Rousseau c'è una "miniera", un tesoretto raccimolato e accantonato in cinque anni di piattaforma e che, seppur non tangibile come i soldi che i parlamentari devono ancora versare, ha un valore incommensurabile in una società sempre più basata sui database. Stiamo parlando dei dati degli iscritti, quei poco meno di 120mila italiani che hanno deciso di dare a Casaleggio non solo nome, cognome e contatti, ma anche cosa fanno sulla piattaforma, quali sono gli argomenti che più interessano, il proprio orientamento sui temi più disparati.

Ve lo avevamo raccontato già qualche settimana fa, ma ora è proprio Giuseppe Conte a svelare cosa nasconde davvero la guerra con Davide Casaleggio. L'ex premier si prepara a trasfomare il movimento in partito vero e proprio e a diventarne il leader a tutti gli effetti. Ma prima ha bisogno di metter mano proporio a quel tesoretto di cui abbiamo parlato: "Manca però un passaggio fondamentale", dice Conte in un lungo post su Facebook, "Il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau al Movimento 5 Stelle, che è l'unico ed esclusivo titolare del trattamento di questi dati". In cambio, promette di "onorare gli impegni".

"La mailing list, il database e i mezzi di comunicazione sono, a tutti gli effetti, tutto il Movimento e il controllo di questi è il controllo del Movimento dal punto di vista di consenso, anche elettorale", ci aveva detto l'esperto Matteo Flora. Come volevasi dimostrare, il braccio di ferro è servito. Da una parte c'è il Movimento 5 Stelle che non ha ancora restituito gran parte dei soldi che - come da Statuto - doveva versare nelle casse dell'Associazione Rousseau. Dall'altra c'è la stessa associazione che detiene tutti i dati degli iscritti alla piattaforma e che ieri ha "staccato la spina" al movimento, aprendosi alle liste civiche, forte di un Alessandro Di Battista già pronto a guidare fuoriusciti, ribelli e malpancisti sotto una nuova bandiera.

Ora Conte si appella nuovamente alla "massima trasparenza" e alla "distinzione dei ruoli", sostenendo che la sua operazione era volta solo a separare "la gestione tecnica della piattaforma digitale e di tutti i servizi connessi" dalla "direzione politica". Cioè quello che fin dal principio veniva contestato proprio alla Casaleggio Associati da anni: la commistione tra società privata proprietaria di una piattaforma e un movimento politico in cui la stessa società ha sempre avuto un ruolo fumoso e determinante allo stesso tempo. sia assolutamente distinta dalla 'direzione politica"'.

Si avverato quello che Conte temeva: Casaleggio ha chiuso al M5S la piattaforma di democrazia diretta teorizzata e si tiene ben stretti i dati raccolti in questi cinque anni. E adesso il "non partito" diventato partito deve ricominciare tutto daccapo. Oltre a dover convincere chi è già iscritto a Rousseau a rifare di nuovo tutta la procedura di certificazione.

Mentre chi adotterà la tecnologia dell'associazione potrà contare in una base di dati e informazioni già strutturata.

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