A 72 ore dalla presentazione delle liste per le Regionali Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi rafforzano l'alleanza e scacciano via nubi insidiose che continuavano ad addensarsi nei cieli della coalizione. In particolare in Veneto il tema dell'autonomia era stato richiesto in maniera muscolare da parte di alcuni dirigenti della Lega, forti della popolarità di Luca Zaia. Un ultimatum avanzato anche per mettere in difficoltà Fratelli d'Italia, in costante ascesa nei sondaggi.
Alla fine ha prevalso il buon senso e i leader hanno siglato un accordo che prevede il principio dell'autonomia differenziata, il presidenzialismo e il cosiddetto «patto anti-inciucio» in base al quale i sottoscrittori si impegnano a non dare vita, in questa e nella prossima legislatura, ad alleanze con altri partiti politici. Una battaglia portata avanti con decisione da Giorgia Meloni fin dalle Politiche del 2018. «Grazie a Fratelli d'Italia il centrodestra compatto firma il patto anti-inciucio», annuncia. «Di fronte alla richiesta del governatore del Veneto di confermare il sostegno all'autonomia, Fdi ha chiesto e ottenuto di aggiungere all'accordo due punti imprescindibili: il sostegno del centrodestra al presidenzialismo e il patto anti-inciucio per vincolare la coalizione al rispetto degli impegni programmatici». Festeggiano anche i dirigenti. «La compattezza e l'unità della coalizione sono sempre stati il nostro faro» commenta Francesco Lollobrigida. «Scegliendo il centrodestra gli italiani sapranno che il loro voto sarà rispettato» dice Giovanni Donzelli. E Carlo Fidanza aggiunge che «non saranno più possibili riedizioni di accordi di governo contronatura».
Una nota di Forza Italia sottolinea di aver «chiesto e ottenuto l'impegno comune a proseguire storiche battaglie come il presidenzialismo e la riforma della giustizia, riforma urgente e improrogabile alla luce anche delle recenti rivelazioni». Forza Italia manifesta soddisfazione per «aver inserito nel patto le infrastrutture: i programmi per i governi regionali oggi e nazionale avranno un capitolo dedicato al rilancio dell'Italia e della sua economia attraverso le cosiddette grandi opere». Per Anna Maria Bernini «la stagione dei trasformismi e dei governi senza mandato popolare è durata anche troppo, e il Conte bis deve rappresentarne l'ultima espressione». Mariastella Gelmini ricorda che «gli ultimi due governi sono stati frutti avvelenati, costruzioni artificiali nate in laboratorio per meri interesse di bottega». E il parlamentare veneto Marco Marin ricorda che «l'autonomia del Veneto rispetta il voto del referendum del 2017. Una battaglia iniziata da Forza Italia Veneto, di cui siamo particolarmente orgogliosi e che abbiamo richiamato anche nel nostro simbolo per le prossime Regionali». Per la Lega è Lorenzo Fontana ad ammettere che la «trattativa è stata lunga e per certi versi complicata.
Ma oggi parte l'accordo base per il futuro governo del Paese. Abbiamo richiamato gli alleati a un impegno particolare sull'autonomia, un punto fondamentale che rispecchia il volere espresso da oltre due milioni di veneti».
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