Politica

Anche Lerner s'inchina alla piazza moderata

Anche Lerner s'inchina alla piazza moderata

Beh, se la manifestazione del centrodestra unito in piazza San Giovanni a Roma è come l'ha raccontata ieri su Repubblica Gad Lerner, possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo, a destra e a sinistra. Altro che un raduno di ignoranti, esaltati, «fascisti», intolleranti. Tutt'altro: a leggere il pezzo di Lerner (la più inflessibile penna dell'intellighenzia democratica) in un paginone di Repubblica (il quotidiano meno tenero in assoluto sui politici e il popolo della destra italiana, quale che sia la declinazione: leghista, berlusconiana, nazionalista) l'impressione è che quella di sabato sia stata per modi e toni una grande festa: civile e persino esemplare. Fossero tutte così le kermesse di pazza. Anche Lerner, inviato a seguire l'evento, a denti stretti, lo deve ammettere. Il suo reportage in fondo, in maniera giornalisticamente molto corretta (va ammesso), tributa l'onore delle armi al popolo del centrodestra. Probabilmente il giornalista è costretto a scrivere il contrario di ciò che vorrebbe, ma alla fine si arrende alla grande dimostrazione di compostezza della piazza e dei leader, e riconosce che di fronte ha solo persone perbene. Che non la pensano come lui, certo; ma perbene. E non è poco, se pensiamo che per la sua parte il «popolo» di destra è spesso intollerante, incivile, illiberale, di tendenze razziste. Invece, fin da quando parte con il Frecciarossa da Milano, Lerner racconta che sul treno tre consiglieri comunali leghisti gli offrono il caffè spiegandogli la loro visione «lombarda» della politica; non bara sui numeri e riferisce che la folla è enorme; nota che «la protesta antigovernativa non sembra aver più al suo centro il rifiuto degli immigrati e la denuncia dei crimini, soprattutto di natura sessuale, a essi ascrivibili»; certo, Salvini per lui non può trasformarsi in un moderato, e continua a guidare «un movimento reazionario», ma il cronista prende consapevolezza che la protesta ormai è più contro le tasse che contro l'immigrazione; e addirittura constata che il tono generale degli slogan sia dal palco che dalla piazza si è ammorbidito: «Persino al sottoscritto scrive Lerner bersagliato dai soliti cori per la verità in tono minore, Salvini ha augurato lunga vita». Aggiungendo, immaginiamo stizzito: «Quasi niente parolacce» (e nemmeno esibizioni di simboli religiosi davanti alla Basilica lateranense). Sì, certo: alla fine Lerner e il titolista di Repubblica deve calcare la mano sulla «destra che si finge moderata». Ma questo è un giudizio di merito, non un fatto di cronaca. E comunque, lunghissima vita a Gad Lerner: se la sua Sinistra comincia a sfrondare il popolo del centrodestra dallo stupido pregiudizio fascista-razzista, sarà più facile per tutti non fingere, ma essere davvero più moderati.

A destra e a sinistra.

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