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Anche l'Italia studia il ritorno della leva. E Berlino si prepara alla guerra con Mosca

Crosetto: "Proposta in Cdm". Francia, Germania e Nordici: reintrodotto il servizio militare. Il documento segreto tedesco: "Russia pronta a colpire prima del 2029"

Anche l'Italia studia il ritorno della leva. E Berlino si prepara alla guerra con Mosca
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Forse non pioverà ma le previsioni non sono buone. E ha già iniziato a tuonare. Quello che sembrava impossibile soltanto 4 o 5 anni fa potrebbe diventare reale nel giro di breve: la reintroduzione del servizio militare su base volontaria. L'eventualità è stata paventata dal ministro della Difesa Guido Crosetto che, sulla scia di quanto stanno facendo tra gli altri anche Francia e Germania (che mette in campo un vero e proprio piano di guerra), sta valutando di presentare "una bozza di disegno di legge che garantisca la difesa del Paese nei prossimi anni e che non parlerà soltanto di numero di militari ma proprio di organizzazione e di regole". Un progetto ad ampio respiro che certifica, una volta di più, come il vento in Europa sia cambiato dopo la guerra di invasione della Russia contro l'Ucraina e tutte le conseguenze che il conflitto ha portato con sé.

"Se c'è minore sicurezza, una riflessione sul numero delle forze armate, sulla riserva che potremmo mettere in campo in caso di situazioni di crisi, va fatta", ha ribadito il ministro. "I modelli che avevamo costruito 10-15 anni fa sono stati messi in discussione. Alcuni hanno addirittura ripristinato la leva, anche noi in Italia dovremmo porci il tema di una riflessione". La ragione per Crosetto è lampante: "Ci sono motivi di sicurezza che rendono importante farlo". La strada è tracciata, anche se il processo di fatto è ancora in fase preliminare. "Più che un decreto legge, penso a una traccia che il ministero della Difesa porterà in Parlamento perché venga discussa, aumentata e integrata e in qualche modo costruisca uno strumento di difesa per il futuro".

Il tempo stringe. L'invasione russa dell'Ucraina ha riportato il Vecchio Continente ai fantasmi del secolo scorso dimostrando che la guerra è un pericolo reale. Bombe e missili e droni ma anche quella minaccia ibrida che ormai da tempo riguarda tutti, Italia inclusa. Non a caso sono molti i Paesi europei che hanno iniziato a muoversi in concreto. Quelli del Nord Europa, più vicini alla Russia, hanno mantenuto o reintrodotto la leva militare obbligatoria. La Finlandia non l'ha mai abolita così come Estonia. Svezia, Lituania e Lettonia hanno deciso di ripristinarla mentre in Norvegia la coscrizione è obbligatoria anche per le donne. La maggior parte dei Paesi ha professionalizzato le forze armate e abolito la leva obbligatoria. Così è in Italia, Francia, Spagna, Germania. Ma solo per ora. Proprio ieri infatti Francia e Germania si sono fatte capofila di un nuovo progetto. Emmanuel Macron ha lanciato l'idea di un nuovo servizio militare volontario della durata di 10 mesi. Il fine è "incoraggiare l'impegno" dei giovani a formare un esercito di riservisti, che affianchi i militari di professione, per "far fronte alle crescenti minacce". Ancora più avanti la Germania, dove è già stato approvato un disegno di legge secondo cui dal 2026 i 18enni riceveranno un questionario sulla disponibilità al servizio militare, con lo scopo di affiancare, su base volontaria, i militari di professione anche perché documenti top secret indicano che la Russia potrebbe attaccare un Paese Nato entro il 2029, forse anche prima. Berlino ha quindi preparato un piano chiamato "Oplan Deu" che prevede una mobilitazione di massa in caso di guerra contro Mosca. Il progetto, in 1.200 pagne, descrive nel dettaglio il trasferimento di 800mila soldati tedeschi, ma anche americani di altri Paesi Nato verso la linea del fronte. Con tanto di mappatura di porti, fiumi, ferrovie e strade, con la Germania crocevia delle truppe anti-Mosca.

Un clima da guerra fredda, dimostrato anche dalle esercitazioni di massa, con tanto di basi operative provvisorie, che l Germania ha messo in atto nei mesi scorsi. Perché come ha spiegato il cancelliere Friederich Merz "non siamo in guerra ma non viviamo più in tempo di pace". E questo basta e avanza. A far tuonare. E ad essere pronti in caso di pioggia.

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