Ancora 31 mila le utenze elettriche staccate in Abruzzo. Ancora famiglie al buio, ventimila solo nel teramano. Con le scosse sismiche, di magnitudo inferiore a 4, che non danno tregua. Con la tragedia del Rigopiano, «c'è necessità di conforto psicologico, le persone sono oggettivamente molto scosse», dice il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Le condizioni in cui stanno operando in queste ore 8.300 soccorritori e 3mila mezzi «sono estreme». Cinque persone sono morte nella combinazione mortale di maltempo e terremoto: un uomo a Castel Castagno e due a Crognaleto, nel teramano. Un'altra persona è morta a Rocca Santa Maria, mentre la quinta vittima è stata ritrovata a Ortolano, in provincia de L'Aquila. L'allerta valanghe resta di livello 4 su 5 lungo l'Appennino centrale, dal Gran Sasso, al Terminillo, con rischio elevato anche sulla Maiella e i Monti della Laga: in provincia di Ascoli Piceno il sindaco ha emanato un'ordinanza di evacuazione. In soli due giorni ci sono stati cinque terremoti tra le province dell'Aquila e Rieti. «La sequenza continua ad essere molto attiva» avvertono dall'Ingv, mentre la conta dei danni del maltempo cresce a 400 milioni secondo Coldiretti. Sono iniziate le evacuazioni degli animali sopravvissuti dalle stalle crollate per le nuove scosse ed il peso della neve, ma il bilancio è drammatico.
Le polemiche sulla mancata tempestività della macchina dei soccorsi infuriano nei territori martoriati: «Non esiste gestione su tali eventi che possa essere affrontata solo con la parte emergenziale, perderemo sempre - spiega Curcio - La vera attività va fatta prima, in termini di una pianificazione che deve essere più ampia e strutturata».
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