È bufera nella politica siciliana. Nel mirino dei carabinieri del Ros grossi appalti truccati nella sanità e non solo. L'inchiesta della procura di Palermo, iniziata 2 anni fa, parla di un comitato d'affari occulto in grado di "infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione siciliana". Riguarda 18 persone, tra cui nomi altisonanti come quello dell'ex presidente della Regione Totò Cuffaro, oggi alla guida della Nuova Dc. Tornato libero nel dicembre 2015 dopo aver scontato 4 anni e 11 mesi dei 7 a cui era stato condannato per favoreggiamento alla mafia e rivelazione di segreti d'ufficio (beneficiò dell'indulto di un anno per i reati "non ostativi" e dello sconto di pena per buona condotta), riabilitato nel 2023 con l'estinzione delle pene accessorie, rischia ora la restrizione in casa. Il 14 novembre comparirà davanti al gip che dovrà decidere se accogliere la richiesta della procura dei domiciliari. I carabinieri hanno perquisito le case di Cuffaro e di altri indagati, una misura, questa, ritenuta necessaria dal procuratore capo Maurizio De Lucia "al fine di evitare la dispersione delle prove a seguito della discovery delle indagini". Secondo l'accusa, Cuffaro, forte dei ruoli rivestiti, avrebbe inciso su concorsi, gare d'appalto e procedure amministrative per favorire imprenditori amici e rafforzare il proprio consenso politico. "Ho fornito la massima collaborazione ha detto lui -. Sono sereno rispetto ai fatti contestatimi e fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti". Altro nome noto dell'inchiesta è quello dell'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, coordinatore di Noi Moderati. Anche lui comparirà dinanzi al gip il 14 novembre e, qualora si decida per i domiciliari, necessiterà l'autorizzazione a procedere. Romano ha un percorso giudiziario alle spalle perché, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, fu assolto in rito abbreviato nel 2012. È lui stesso a informare che gli è stato contestato di "avere accettato una promessa di assunzioni, contratti, subappalti e altri vantaggi patrimoniali da un'azienda che avrebbe dovuto aggiudicarsi una gara all'Asp di Siracusa". Si dice totalmente estraneo e parla di "un processo mediatico su una bolla di sapone".
Gli altri indagati sono: Vito Raso, storico assistente di Cuffaro, Carmelo Pace, capogruppo regionale Dc, Roberto Colletti, ex direttore generale di Villa Sofia a Palermo, il direttore dell'ospedale Umberto I di Siracusa, Paolo Bordonaro, il direttore generale dell'Asp di Siracusa, Alessandro Mario Caltagirone e la dirigente amministrativa dell'Asp di Siracusa, Giuseppa Di Mauro, Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Marco Dammone, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovani Tomasino e Alessandro Vetro.