Appello e biciclette. Il «governo Celentano» è la solita fesseria

Il «re degli ignoranti» in campo: invita Renzi a precipitarsi da Di Maio per salvare l'Italia

Appello e biciclette. Il «governo Celentano» è la solita fesseria

Non ho mai capito perché, ma se in Italia c'è qualcuno che non capisce niente di politica è Celentano, e se c'è qualcuno a cui viene dato sempre voce nel parlare di politica è Celentano. Michele Santoro gli aveva aperto una linea diretta: Celentano chiamava al telefono durante la trasmissione, e la gente ascoltava l'oracolo. In generale appena parla Celentano, tutti a dire: sentite cosa ha detto Celentano. È come se l'Italia stesse a aspettare le opinioni di Celentano, ma a nessuno frega niente di cosa dice Celentano, solo a Celentano e a chi chiede a Celentano cosa pensa Celentano. Celentano, in realtà, non dice mai niente. Non per altro, a parte cantare, è diventato famoso per i suoi silenzi. Quando non parla è un genio, perché sta zitto, e come sta zitto Celentano non sta zitto nessuno, mentre quando parla fa dei monologhi che a lui sembrano intelligentissimi, ma solo a lui.

Possiamo dirla una volta per tutte: ma chi se ne frega di cosa pensa Celentano? E soprattutto: Celentano pensa? Negli anni ha pensato: chi non lavora non fa l'amore. Cosa falsa, scopano tutti, i disoccupati ancora di più. Oppure: là dove cresce l'erba ora c'è una città, e il refrain sull'erba lo ha riciclato in mille canzoni e sermoni, contro il cemento e a favore dell'erba, a parte l'erba spianata per piazzarci la sua megavilla di Galbiate. Fosse per Celentano vivrebbero tutti scalzi nei prati, a parte lui, nella sua villa.

In realtà Celentano, non sapendo niente, né di politica, né di astronomia, né di biologia, né di letteratura, può parlare di tutto, e in Italia, dove amiamo i guru, lo si fa parlare di tutto, tutti a chiedergli cosa pensa di questo e di quello. Perché è Celentano, come lui stesso si è autodefinito «il re degli ignoranti». Come se fosse un vanto essere il re di chi non sa nulla.

La sua ultima uscita è scrivere a Matteo Renzi (Celentano scrive a tutti, prima o poi) di prendere la bicicletta e andare da Luigi Di Maio per guarire l'Italia. Non si capisce perché Renzi dovrebbe prendere una bicicletta e non andare in macchina, per esempio. Probabilmente perché la bicicletta è più ecologica, non inquina, solo che se devi andare in bicicletta da Firenze a Roma ci metti una settimana. Ma non si capisce neppure perché Renzi dovrebbe ascoltare Celentano e portare il Pd ai Cinque stelle. O meglio non lo capisce chi non conosce Celentano. Perché per Celentano è tutto facile, è tutto una favola. Lui è il figlio della foca.

Lui è Joan Lui, cioè Gesù che ritorna ai giorni nostri e un flop del cinema come pochi altri. Come quando si trovò a intervistare David Bowie e gli chiese cosa si poteva fare per la pace del mondo. David Bowie restò in silenzio perplesso, dopo commentò: «Ma chi era questo idiota?».

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