Arrestato in Argentina Bertulazzi, brigatista legato al caso Moro

Partecipò al sequestro Costa, con il cui riscatto fu comprato il covo di via Montalcini. Meloni: "Apprezzamento ad autorità Buenos Aires"

Arrestato in Argentina Bertulazzi, brigatista legato al caso Moro
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La lunga latitanza di Leonardo Bertulazzi (nella foto) finisce qui. Era iniziata nel lontano 1980. Il brigatista rosso, esponente della storica colonna di Genova, è stato arrestato ieri, in Argentina, e nello specifico a Buenos Aires. Adesso lo aspetta l'estradizione in Italia, dove sconterà la condanna. Già membro del nucleo originario dei brigatisti che alla fine degli anni Settanta sequestrò Pietro Costa, Bertulazzi era stato accusato, e poi condannato, per sequestro di persona, associazione sovversiva e partecipazione a banda armata. E anche per altre fattispecie di reato. Poi un cavillo giuridico, con conseguente ritardo temporale, aveva fatto scattare la prescrizione. Una vicenda che ai tempi è tutto fuorchè passata in sordina.

Il sequestro di Pietro Costa - l'evento per cui Bertulazzi ebbe un ruolo focale - non fu un avvenimento qualunque nel novero dei tanti atti terroristici messi in campo dalle Brigate rosse. Proprio grazie al riscatto ottenuto da quella operazione, le Br acquisirono la possibilità economica di allargarsi, comprando anche l'appartamento in cui poi venne recluso Aldo Moro: la casa/covo di via Montalcini 8, nella capitale italiana. Immobile che ai tempi era costato 50 milioni di vecchie lire. Costa, ingegnere navale, venne liberato dopo quasi tre mesi di prigionia.

Per l'arresto di Leonardo Bertulazzi è stata fondamentale una mossa operata dalle autorità argentine: la revoca dello status di rifugiato.

Lo stesso che gli era stato invece concesso da una commissione ad hoc. Il brigatista aveva ottenuto quella condizione nel 2004, due anni dopo un ennesimo arresto.

Tra i primi a congratularsi con la nazione guidata da Javier Milei, la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni. La premier ha espresso «profondo apprezzamento» alle «autorità argentine» per l'arresto di Bertulazzi.

«L'arresto del latitante membro delle Brigate Rosse è stato reso possibile da un'intensa e proficua collaborazione tra le Autorità giudiziarie italiane, argentine e Interpol», ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia. All'operazione hanno contribuito: l'intelligence italiana, alcuni dirigenti e investigatori appartenenti alla Polizia italiana, il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e anche la Digos di Genova.

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