È un soldato dell'Isis e ha combattuto per lo stato islamico in Siria. Queste le accuse delle autorità algerine a Chouial Yassine, 37enne nato in Algeria, fermato a Milano dalla polizia.
L'arresto è del 29 agosto scorso, ma la notizia è emersa solo ieri. Su Yassine pendeva un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica. L'uomo era nella stazione della metropolitana di Cadorna ed è stato controllato per caso. Ha dato in escandescenze, gridando «Allah Akbar» e ha cercato di estrarre qualcosa dallo zaino. Poi, comunica la Questura, è risultato che aveva un coltello con una lama da 12 centimetri. Il 37enne non aveva documenti, ma grazie alle comparazioni fotografiche e dattiloscopiche la Digos ha scoperto che era ricercato nel suo Paese perché considerato appartenente all'Isis dal 2015. Dal procedimento in Corte d'appello, competente per le estradizioni, sono emersi altri dettagli sulla permanenza di Yassine a Milano. «Mi piace l'Italia, ci vivo da un anno», ha detto davanti alla Quinta penale d'appello presieduta dal giudice Francesca Vitale. Ha aggiunto di essere un «ambulante di ricariche telefoniche», e di aver dormito in una «moschea in zona Lampugnano». Sarà estradato il 22 novembre. Negli della Corte si legge che l'uomo nella metro ha tentato di «eludere il controllo» dei documenti e ha «spintonato» gli agenti.
Dopo il fermo, in assenza entro il termine di 40 giorni degli atti algerini, l'uomo era stato scarcerato e portato nel Cpr di via Corelli. Poi è tornato a San Vittore. «Grazie alle forze dell'ordine e avanti così, inseguiamoli uno per uno e rispediamoli a casa», ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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