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Arriva anche la scure dell'Fmi: "L'Italia deve tagliare il debito"

Monito del Fondo: "Serve uno sforzo fiscale ambizioso". E pure Confcommercio dice che la recessione è certa

Arriva anche la scure dell'Fmi: "L'Italia deve tagliare il debito"

Il caro energia sta già mettendo a dura prova i bilanci familiari e nel breve periodo la situazione è destinata a peggiorare. È quanto emerge dall'analisi della congiuntura dell'Ufficio studi di Confcommercio che stima per il mese in corso una crescita dei prezzi al consumo del 9,8% su base annua. E l'Fmi lancia all'Italia l'ennesimo monito sulla necessità di ridurre il debito aumentando le tasse e tagliando la spesa pubblica.

L'analisi di Confcommercio, però, fa emergere la trasmissione delle spinte inflazionistiche legate ai costi energetici anche ad altri comparti, in primis l'alimentare. Di conseguenza, il Pil di ottobre è atteso in riduzione dell'1% rispetto al mese precedente. Sarebbe il primo calo congiunturale dopo la ripresa post-Covid. Anche Confcommercio prevede una contrazione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre (-0,5% rispetto al secondo), aggiungendosi all'elenco dei previsori che vedono ormai prossima la recessione tecnica, considerato che l'ultimo quarto del 2022 dovrebbe essere negativo.

Il risultato di questa situazione, prosegue l'associazione guidata da Carlo Sangalli, è il taglio dei consumi. Le prime ad essere sacrificate sono le spese più onerose: dall'acquisto di un nuovo elettrodomestico a quello di una tv o di un'auto. Ma ad essere colpite sono anche le spese normalmente più frequenti, alimentari inclusi. La domanda di beni ha segnato una flessione del 4%, mentre per i servizi si è registrato un consolidamento (+2,7%). La contrazione più alta a settembre si registra infatti per le vendite di elettrodomestici, tv ed altri apparecchi (-14,6% annuo). Si risparmia pure su mobili, tessili e arredamento in generale (-5%). Tra i settori con maggiori difficoltà si conferma l'automotive (-6,2%). Ma i cordoni della borsa si stringono anche per l'abbigliamento e per la tavola. Si comprano meno abiti e calzature (-5,4%) e così il settore torna in affanno dopo alcuni timidi segnali di recupero. E si allarga la tendenza da parte delle famiglie a ridurre i consumi alimentari: per cibo e bevande a settembre i consumi calano del 4,9%. Il carrello della spesa è del resto tra i più colpiti dalla corsa dell'inflazione. Ma anche per i servizi la domanda inizia ad essere più contenuta. Primi segnali di criticità giungono pure dalla ristorazione (-4,2%).

Tutta colpa del caro-bollette. Nel 2022, osserva l'istituto Demoskopica, ammonterà a oltre 38 miliardi di euro la spesa aggiuntiva delle famiglie residenti in Italia per i consumi di energia elettrica e gas rispetto allo scorso anno: 15,4 miliardi di euro per tutte le spese legate alla luce e poco più di 23 miliardi di euro per le voci di consumo di gas. Il caro bollette potrebbe far piombare in condizione di povertà relativa quasi 244mila famiglie, di cui il 55% è concentrato nelle realtà territoriali del Mezzogiorno, che si andrebbero ad aggiungere agli oltre 2,8 milioni di nuclei familiari stimati per il 2022.

E anche dal meeting del Fondo monetario internazionale a Washington non arrivano buone notizie per il futuro esecutivo. «In una situazione di minor crescita e aumento dei tassi d'interesse, l'Italia dovrà essere molto concentrata sulla riduzione del rapporto debito/Pil, come hanno fatto gli esecutivi precedenti e portando avanti in futuro uno sforzo fiscale più ambizioso, eliminando la spesa pubblica di bassa qualità e procedendo sulle riforme strutturali che sostengono la crescita», ha sottolineato Alfred Kammer, direttore del dipartimento europeo del Fmi.

Erogare sussidi in deficit, così, diventerà pressoché impossibile.

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