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Arriva il conto agli ecovandali: verso il processo

Blocchi stradali a Roma: gli ambientalisti potrebbero finire a giudizio per interruzione di pubblico servizio

Arriva il conto agli ecovandali: verso il processo

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Tutti gli eco-nodi vengono al pettine. Passata l'euforia di sdraiarsi in mezzo alla carreggiata bloccando il traffico, l'ebbrezza di ricevere gli improperi degli automobilisti inferociti, la sensazione del quarto d'ora di celebrità con le immagini mandate in onda in televisione, per gli eco-vandali si torna alla realtà che presenta un conto amaro.

Ieri la Procura di Roma ha chiuso le indagini sui blocchi stradali organizzati negli ultimi mesi su varie strade della Capitale, in particolare sul Grande Raccordo Anulare, dai membri di Ultima Generazione. Più di dieci attivisti rischiano il processo con l'accusa di interruzione di pubblico servizio dopo i vari ingorghi causati che hanno portato il pm Francesco Minisci ad aprire più fascicoli.

Nello stesso giorno in cui la procura ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini è arrivata la condanna al pagamento di 600 euro di multa a testa per tre militanti di Ultima Generazione che ad aprile avevano danneggiato il locale dell'Eni Store in via degli Ammiragli a Roma. Dopo il processo con il rito abbreviato sono stati condannati per il reato di violazione della legge sulle armi ma, a causa di un difetto di querela, è stato disposto il non doversi a procedere in merito alle altre accuse di danneggiamento e violenza privata nonostante nell'azione di protesta dello scorso anno avessero danneggiato la vetrina con martello e scalpello. Commentando la sentenza, Ultima Generazione si è detta soddisfatta: «per noi l'esito, di per sé, è buono. Avevamo tre capi di imputazione e siamo stati condannati solo per uno» precisando che «non è un processo a noi. Questa è una lotta. Per noi è importante quello che sta venendo fuori. È importante parlare degli effetti devastanti che certe politiche hanno prodotto, con pseudo scienza e schifezze».

A giugno era arrivata una prima condanna da parte dei giudici del Vaticano nei confronti di due eco-vandali che si erano incollati al basamento del Laocoonte ad agosto 2022. Oltre alla condanna in primo grado a una pena di 9 mesi (sospesa) e a 1.620 euro di multa, i giudici hanno aggiunto un risarcimento del danno di oltre 28mila euro. A una terza attivista, che si occupava delle riprese dell'azione, è toccata invece un'ammenda di 120 euro.

A gennaio invece il Tribunale di Milano aveva rigettato la richiesta di sorveglianza speciale per un anno con obbligo di soggiorno avanzata dalla Questura di Pavia per il ventenne Simone Ficicchia protagonista di una serie di blitz tra cui quello con la vernice lanciata sull'ingresso del teatro alla Scala. Al giovane eco-vandalo erano contestate varie azioni tra cui quella in cui si incollò al vetro di protezione della Primavera del Botticelli agli Uffizi, oltre a una serie di blocchi stradali.

La chiusura delle indagini per i blocchi stradali e la condanna per il danneggiamento del locale dell'Eni sono solo uno dei tanti risvolti giudiziari che nei prossimi mesi gli eco-teppisti si troveranno ad affrontare dovendo rispondere anche di numerosi danneggiamenti al patrimonio culturale, finalmente sono chiamati a rispondere dei loro gesti.

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