Agenda interna e appuntamenti esteri. È questo il doppio binario su cui si muove Giorgia Meloni, ormai archiviato e con una certa soddisfazione il primo test elettorale da quando, quasi quattro mesi fa, si è insediata a Palazzo Chigi.
Sul primo fronte, il dossier certamente più sensibile è quello del Pnrr, con il Consiglio dei ministri che oggi approverà il cosiddetto decreto Fitto, attraverso il quale l'esecutivo punta a rivedere la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, accentrando le competenze e semplificando le autorizzazioni su una serie di materie, in particolare per le energie rinnovabili.
Sul secondo fronte, invece, Palazzo Chigi conferma che sabato mattina Meloni sarà in Germania per partecipare alla 59esima conferenza di Monaco sulla sicurezza, un appuntamento che coinvolge circa quaranta capi di Stato e di governo, tra cui la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron. Oltre, ovviamente, ai vertici delle istituzioni europee, da Ursula von der Leyen a Charles Michel passando per Roberta Metsola (che domani mattina sarà a Roma e incontrerà Meloni a Palazzo Chigi). Una tre giorni, quella di Monaco di Baviera, dove si discuterà soprattutto del conflitto seguito all'invasione russa dell'Ucraina, con la premier del suo programma si sa poco o niente, a parte che dovrebbe partecipare a un panel moderato dalla giornalista della Cnn Christiane Amanpour che ribadirà la linea del governo italiano di pieno sostegno alle ragioni di Kiev (dove Meloni potrebbe peraltro andare a breve, forse anche tra il 20 e 22 del mese). E a dare la misura di quale sarà il clima della conferenza di Monaco, basta scorrere la sintesi dell'intervento che farà Macron, già anticipato ieri dall'Eliseo, che nel suo discorso evocherà «i mezzi per assicurare la sconfitta della Russia».
Sempre sul versante dell'agenda estera, intanto, a Palazzo Chigi si lavora a una visita a Nuova Delhi i primi di marzo. Il bilaterale con il primo ministro indiano Narendra Modi (che Meloni aveva già incontrato ad ottobre a margine del G20 di Bali) sarà l'occasione per celebrare il 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e India, soffermandosi soprattutto sui rapporti commerciali. Nel 2021, infatti, l'interscambio tra i due Paesi ha registrato un valore record di quasi 10,5 miliardi di euro, di oltre il 10% superiore al picco di 9,5 miliardi del 2019. E non è un mistero che l'India, con la sua forza demografica e un mercato interno in rapida espansione, sia destinata ad avere un ruolo da protagonista nell'economia mondiale. Non è un caso, insomma, che Meloni stia lavorando a una visita, nonostante la premier sia destinata a tornare a Nuova Delhi già a settembre in occasione del prossimo G20 che sarà ospitato proprio dall'India.
Oggi, però, l'attenzione sarà tutta puntata sul Consiglio dei ministri e sul via libera al decreto fortemente voluto da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei e il Pnrr. Un provvedimento che ha l'obiettivo di accelerare la realizzazione delle opere (riducendo vincoli e autorizzazioni) e che prevede di accentrare a Palazzo Chigi la regia del Piano, con una nuova struttura che prevede quattro direzioni generali e un coordinatore.
L'obiettivo è quello di riuscire a rispettare le scadenze imposte dall'Ue per il 2023, con il raggiungimento di 27 obiettivi complessivi entro il 30 giugno e di 69 entro fine dicembre.
Anche se il riferimento temporale più imminente è quello del 30 aprile, quando il governo dovrà aver chiuso e inviato a Bruxelles i progetti del Repower EU che, spiega Fitto, «diventa un capitolo aggiunto del Pnrr». Il ministro, però, è ottimista. Perché «il confronto con la Commissione europea è positivo sia dal punto di vista istituzionale che a livello tecnico».
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