Gli artisti mollano il Pd La Ferilli: «Voto il M5s»

Da Venditti alla Mannoia, la sinistra non seduce più i vip

Come colonna sonora della campagna referendaria Renzi ha scelto Patti Smith, niente cantautori italiani. L'ultima volta in effetti non gli era andata bene, quando alla Camera citò un brano di Guccini («Non starò più a cercare parole che non trovo per dirti cose vecchie con il vestito nuovo»), cantautore preferito del premier, salvo poi incassare lo sberleffo del diretto interessato («Renzi mi cita? Sono innocente»), un tempo elettore del Pd ora simpatizzante di Sel.

In effetti gli artisti nazionali, formidabili banderuole pronte a cambiare opinione appena cambia il vento, si sono raffreddati, hanno preso via via le distanze dal Pd, anche quelli più renziani. Tipo Jovanotti, già sponsor pop dell'ex Rottamatore («Ci serve Renzi, c'è bisogno di energia nuova») ultimamente vede nel premier «un esempio della debolezza della politica». La Ferilli, termometro non indifferente degli umori del generone romano de' sinistra, confessa che stavolta disobbedirà «agli ordini di scuderia» di partito (il Pd), e anche se gli fa tanta tenerezza quel porello di Fassina (che però «non ha alcuna possibilità di vincere») l'attrice se butta sulla grillina Raggi che invece potrebbe diventare sul serio sindaco. È da un po' che gli artisti italiani annusano il M5s, bel ricettacolo di qualunquismo ottimo per il box office, anche se la presenza di Grillo (uno di loro) come leader può fungere da deterrente. Pure Venditti, altro vip da sempre de' sinistra (votò Renzi alle primarie Pd), si è ingrillito: «Se saranno coraggiosi i romani sceglieranno Virginia Raggi, oggi l'unico partito che forse non si è ancora invischiato nell'orgia politica è il Movimento Cinque Stelle», spiega il cantante in versione politologo. Anche l'ex veltroniana Fiorella Mannoia sottoscrive il manifesto politico (si fa per dire) della Ferilli: «Io la penso esattamente come lei. Voto Raggi». Altra botta giorni fa per il Pd, che sperava di prendersi come testimonial l'attore Claudio Santamaria premiato col David di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot (Giachetti aveva già trovato la gag: «Jeeg Robbè»). E invece Santamaria sarà infatti sul palco dei Cinque Stelle per chiudere la campagna elettorale della Raggi a Roma, insieme a Dario Fo già arruolato da tempo nel M5S, e Claudio Gioè l'attore che ha interpretato Totò Riina nella fiction tv. Non c'è il rapper Fedez, impegnato a fatturare altrove.

Michele Placido già fan dei Ds e di Vendola, ha mollato la sinistra per Alfio Marchini. Nessuna notizia, per il Pd, neppure dagli attori che avevano appoggiato Ignazio Marino (ad esempio, Alessandro Gassmann). Brutti segnali per il Pd, le banderuole sbagliano di rado.

PBra

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