"Assurdo condannare Mori, ha arrestato Riina"

Il leader di Energie per l'Italia: "Il generale si era unito a noi, il centrodestra doveva cooptarlo"

"Assurdo condannare Mori, ha arrestato Riina"

Roma - «È incredibile come si possa gioire della sentenza di Palermo che condanna dei servitori dello Stato che hanno arrestato Totò Riina e, con la loro azione, inferto colpi durissimi alla mafia. Uno Stato che non protegge i suoi servitori è uno Stato fallito». È un fiume in piena Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia. Raggiunto al telefono a Tel Aviv, Parisi mostra tutta la sua indignazione per la sentenza di Palermo.

Aveva anche pensato di candidare con Energie per l'Italia il generale Mori alle politiche di marzo. «Su questa idea di Giovanni Negri ci siamo trovati in piena sintonia. Mori sarebbe stato uno dei nomi più illustri per il centrodestra. Peccato che le altre forze del centro-destra non lo abbiamo candidato quando è stato evidente che Energie per l’Italia non avrebbe presentato le liste».

Parisi, infatti, ha poi rappresentato il centrodestra alle elezioni regionali nel Lazio. Indubbiamente la presenza di un servitore dello Stato come Mori tra i banchi di Palazzo Madama sarebbe stata più di un simbolo. «Se il generale Mori oggi fosse un senatore del centro-destra - ricorda lo stesso leader di Energie per l’Italia - avremmo chi spenderebbe tutte le sue energie per la riforma del sistema giudiziario e per l'organizzazione dei sistemi di sicurezza. Riforme non più prorogabili, proprio alla luce della sentenza di Palermo. Ma soprattutto la sua presenza in Senato avrebbe posto la parola fine su qualunque ipotesi di governo con i Cinque Stelle». A proposito dei grillini, Parisi nota la singolare tempistica: prima l'ovazione al pm Di Matteo a Ivrea nel convegno organizzato da Casaleggio, poi la sentenza che arriva nel mezzo della delicata trattativa per la formazione del governo. «Penso sia grave che ci sia ancora nel centro-destra chi pensa di fare un accordo con i Cinque Stelle, tanto affini a un pezzo della magistratura che mostra un approccio a dir poco eversivo». «È una sentenza che rischia di cambiare il corso del nostro sistema democratico - conclude -. Oggi la vera emergenza è riaffermare la separazione dei poteri (esecutivo, giudiziario e legislativo) e introdurre la separazione delle carriere in magistratura. Bisogna insomma ristabilire la certezza del diritto per garantire sviluppo e sicurezza al Paese.

Bisogna essere chiari: quando si va oltre la colazione di centrodestra, si tratta sempre di larghe intese. Il centrodestra oggi deve riscrivere l'agenda delle emergenze istituzionali alle quali mettere mano. E per affrontarle serve l'accordo di chiunque abbia sensibilità istituzionale».

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