
Il terreno della sinistra frana anche negli atenei. La destra universitaria, invece, avanza nonostante le occupazioni, la propaganda e l'indottrinamento dei collettivi. Per i risultati ufficiali servirà qualche settimana, però è già possibile una fotografia d'insieme: Azione universitaria, vicina a Fdi, ha raddoppiato, e in qualche caso triplicato, i voti rispetto alle elezioni del Cnsu di tre anni fa. Il Consiglio nazionale degli studenti universitari è un organo di rappresentanza. I consiglieri vengono votati ed eletti dagli studenti ogni triennio. E tutti gli Atenei d'Italia sono chiamati all'elezione. È politica vera. Ai fini statistici, è una conta triennale utile per captare l'orientamento delle giovani generazioni. Au, in questa turnata, ha eletto dai 4 ai 6 consiglieri. Dipende da pochi voti di scarto: nel collegio del Centro (i collegi sono 4) ballano 30 preferenze. I conteggi sono in corso.
Sul piano nazionale, Au cresce di otto punti percentuali: 12.6% nel 2022, 20.11% nel 2025. L'Udu, l'Unione degli universitari, la lista della Cgil, è salda al primo posto del podio. Ma quello è un dato fermo da trent'anni. L'Udu è finanziata dalla Cgil: soltanto nel bilancio del 2023 viene riportato un contributo di 130mila euro. E ha le sedi del sindacato. Ma Au non può che festeggiare. Uno dei dati più significativi, per gli studenti di destra, riguarda l'Università La Sapienza di Roma: lì Au ha preso 1200 voti. Nel 2022, la sigla universitaria si era fermata a 500 preferenze. Il tutto in un contesto dove i militanti di destra subiscono aggressioni. E dove l'agibilità politica non è sempre garantita. L'ultimo episodio a marzo scorso, con i collettivi autori d'insulti e di minacce di morte. Il miglior risultato per Au, però, arriva dal Sud, dove la lista si avvicina al primato Udu con più di 14mila voti. A Messina la destra universitaria straripa, con 5100 preferenze, che corrispondono all'83% dei consensi. Au, nel complesso, va molto meglio di «Primavera degli studenti», la lista del Pd che viene fagocitata da Udu. I giovani dem, secondo i parziali, sarebbero piantati al 13%. Va peggio a Link, lista vicina alla Fiom, che prende il 5.30%. Male anche Cambiare Rotta, lista prossima a Potere al Popolo di Marta Collot. L'organizzazione giovanile comunista, che ha più volte espresso solidarietà ad Alfredo Cospito, arrivando a occupare Lettere alla Sapienza per la vicenda dell'anarchico, ha preso circa il 2% dei consensi. Molto rumore per pochi consensi.
Non è finita. Au, per la prima volta nella storia, ha eletto un senatore accademico nella «rossa» Università di Firenze. Non è una novità, invece, la conferma del seggio per il Cnsu a Bologna con Valeria Petrini. Nicola D'Ambrosio e Francesco Armone, presidente e vicepresidente di Azione Universitaria, rivendicano la vittoria: «Il risultato incassato al Cnsu non è casuale: è frutto di anni di lavoro per ristabilire un rapporto autentico tra gli studenti e il nostro movimento. La voglia di non arrendersi alla retorica che tutti gli studenti siano di sinistra ci ha portati tra i corridoi a confrontarci con migliaia di ragazzi che la pensavano come noi». E ci sono anche gli altri. Non sfigura il Coordinamento liste per il diritto allo studio, vicino a Comunione a Liberazione, che ottiene il 7.2% sul piano nazionale. Bene anche Confederazione, storica lista civica con radici a Napoli, che sfonda il 12%. Entrambe le realtà, però, perdono qualcosa rispetto al 2022.
Fenix, la lista vicino a Forza Italia, era presente solo nel collegio centrale, dove ha ottenuto quasi il 9%: in linea con il partito. Al Sud, alcuni simpatizzanti di di Fi e Lega sono confluiti in «Uniamoci», che ha superato il 12%.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.