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"Attacchi contro di me? Odiano il volontariato che non sta a sinistra"

Il candidato nel Lazio ed ex capo Croce rossa. "Il mio rivale ha peggiorato la sanità regionale"

"Attacchi contro di me? Odiano il volontariato che non sta a sinistra"

«Il centrodestra mi ha chiesto di candidarmi e ho sentito una fortissima volontà di cambiare insieme questa Regione». Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa Internazionale, spiega così la sua scelta di scendere in politica per le Regionali del Lazio. E aggiunge: «Non mi sarei mai potuto presentare con la sinistra che non sa far sognare e ha una totale mancanza di visione».

Secondo lei, qual è stato l'errore principale di Zingaretti?

«Fare contemporaneamente il presidente di Regione e il segretario di un partito importante come il Pd. Amministrare il Lazio richiede il massimo dell'impegno. Oggi abbiamo una Regione senz'anima».

Cosa pensa dell'uso strumentale che la sinistra sta facendo della sua vicenda personale?

«Nel momento in cui ho deciso di candidarmi, la mia vita non è più personale. È giusto che quell'errore sia stato messo in risalto, però la sinistra sta cancellando i 38 anni successivi che ho speso al servizio di chi ha bisogno. Probabilmente c'è una patologia di fondo della sinistra che rifiuta che un operatore umanitario possa essere sostenuto dal centrodestra».

Cosa intende per patologia?

«La sinistra spinge su quell'errore, ma anche il resto della mia vita spesa al servizio degli ultimi rientra nella sfera della mia vita privata. Quella seconda parte non viene menzionata perché la sinistra tenta di impossessarsi di alcuni valori che, però, non sono una sua prerogativa».

Si sente usurpata nel suo spazio?

«Usurpata in quello che pensa sia il suo territorio, ma non lo è. La sinistra non detiene il monopolio della solidarietà ma, pur di impossessarsene, dà uno schiaffo alla Costituzione che, invece, sul principio di recupero ha fondato uno dei suoi articoli. Questo moralismo a correnti alternate è assolutamente inaccettabile e patologico».

Altro vizio della sinistra è quello di puntare tutto sull'antifascismo.

«Credo di esserne, purtroppo, protagonista e vittima. Stanno parlando di cose inesistenti. Creano dei falsi nemici per non parlare dei disastri amministrativi dopo dieci anni di governo».

Un'arma della sinistra è il giustizialismo che nel caso dell'inchiesta sulla «lobby nera» ha fatto cilecca.

«Questa sinistra cavalca a corrente alternata le inchieste giudiziarie, condanna quando si è oggetto di indagine e dimentica quando si viene assolti o quando le indagini vengono archiviate. Lo trovo moralmente inaccettabile».

Cosa pensa del caso Soumahoro?

«Ci sono indagini in corso e non voglio commentare. Detto ciò, le immagini che arrivano da Latina sono vergognose e mostrano lo sfruttamento inaccettabile di persone fragili. Quella non è umanità, è sciacallaggio e speculazione sulla vita degli esseri umani».

Lei come gestirebbe un'eventuale accoglienza di migranti?

«Bisogna avere un continuo dialogo con le comunità, cosa che nella mia precedente veste ho sempre fatto. Certe scelte non devono essere calate dall'alto come è stato fatto in passato, ma si deve creare una reale integrazione».

Ritiene che Alessio D'Amato sia stato un buon assessore alla sanità?

No. Penso che la sanità del Lazio abbia più problemi di quando D'Amato ha iniziato a occuparsene. Lo dico basandomi sulla situazione che vivono i cittadini del Lazio quando devono avere una prestazione sanitaria che dovrebbe essere garantita dalla Costituzione, come ha ricordato anche Mattarella nel discorso di fine anno».

In virtù della sua esperienza, quali sarebbero i suoi primi provvedimenti in materia di sanità?

«Dovremmo centralizzare il governo dei posti letto per abbattere i tempi di attesa che i nostri malati hanno al pronto soccorso. Oggi molti pazienti attendono anche 48 ore, prima di trovare un posto letto».

Roma può uscire dalla situazione di degrado in cui versa e possa affrontare la sfida del Giubileo?

«Sarebbe gravissimo se il sindaco Gualtieri non cogliesse questa occasione per ridare dignità e decoro a una città meravigliosa, anche perché non amministra Roma da un giorno. In me troverà un leale collaboratore e la Regione, che legifera sulla polizia locale, lavorerà per capire quali sono gli strumenti di cui i sindaci hanno bisogno in materia di ordine pubblico. Sappiamo bene che, purtroppo, ci sono alcune zone della Capitale in cui è difficile poter girare, sia di giorno sia di notte».

Termovalorizzatore. Qual è la sua posizione?

«Il termovalorizzatore deve chiudere il ciclo dei rifiuti. Quel che mi preoccupa è che la raccolta differenziata nel Lazio non decolla: siamo al 18° posto. Il termovalorizzatore è l'unica alternativa alle discariche che io voglio chiudere, ma da solo non è la risposta.

Dico sì, ma ho riserve sull'ubicazione a Santa Palomba che è un'area industriale già intasata dal traffico».

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