Potrebbe esserci anche l'Italia tra le vittime dei cyberattacchi russi denunciati da altri Paesi occidentali. I ricercatori della Cse Cybersec, un'azienda italiana specializzata in sicurezza informatica, hanno scoperto che sulle reti italiane è circolato un malware (un programma informatico usato per disturbare le operazioni svolte da un computer, rubare informazioni sensibili o accedere a sistemi informnatici privati) quasi identico a quello usato dai russi di Apt28, il gruppo paramilitare di hacker ritenuti collegati al Gru, il servizio segreto militare russo e considerati anche gli autori dell'hackeraggio contro i democratici americani alla vigilia delle presidenziali Usa 2016. L'operazione di spionaggio - che i ricercatori chiamano «Operation Roman Holiday» - dura da diverse settimane e non si sa ancora con certezza a chi sia destinata. Il sospetto è che la vittima possa essere la Marina italiana. Lo spiega Pierluigi Paganini, capo tecnologo di Cse Cybsec e direttore del Master in cybersecurity alla Link Campus University.
Intervistato dall'agenzia Agi spiega: «Se adottiamo le logiche degli attaccanti parrebbe un riferimento alla Marina militare italiana e ci invita a verificare l'ipotesi che quel codice malevolo sia stato sviluppato come parte di una serie di attacchi mirati contro la Marina o altre entità ad essa associate, come i suoi fornitori».«Non possiamo escludere - sostiene Cybersec - che Apt abbia sviluppato la backdoor per colpire specifiche organizzazioni, tra le quali la Marina militare italiana, o qualche altro subcontractor».
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