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Attacco islamico a Oslo. Due morti in un locale gay

Arrestato un iraniano che ha sparato contro la folla. Stop al Pride di ieri, innalzato l'allarme terrorismo

Attacco islamico a Oslo. Due morti in un locale gay

È considerata una delle capitali più ricche e più sicure al mondo, vetrina di una nazione benestante dove la ricchezza è molto ben distribuita. Eppure nella notte tra venerdì e ieri Oslo, in Norvegia, è ripiombata nel terrore. Erano le 1,20, una delle ore del lungo crepuscolo che divide il tramonto dall'alba nella brevissima notte estiva in Scandinavia, quando un uomo ha aperto il fuoco contro due bar e un take away nel centro della capitale norvegese provocando due morti e 21 feriti, dieci dei quali in maniera grave.

Un testimone oculare, il giornalista di cronaca Olav Rønneberg della radiotelevisione pubblica Nrk, ha riferito di aver visto un uomo avvicinarsi alla zona dei caffè, appoggiare un borsone in terra ed estrarne un'arma da fuoco. Con quella ha cominciato a sparare contro gli astanti nei dehors di due locali: il London Pub, frequentato da clientela gay, e il vicino Herr Nilsen, dedicato alla musica jazz.

La notte era calda e serena, le scuole chiuse da pochi giorni e il centro era animato anche di notte. «La gente ha iniziato a correre in tutte le direzioni e il pub è stato rapido a far entrare le persone e a chiudere la porta - ha riferito lo stesso Rønneberg su Nrk -. Ho chiamato la polizia, come hanno fatto altri, e sono arrivati molto rapidamente». Nel giro di pochi minuti le forze dell'ordine hanno sopraffatto il tiratore al quale hanno sequestrato una seconda arma. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di omicidio, tentato omicidio e terrorismo.

Nella conferenza stampa ieri mattina il procuratore Christian Hatlo ha fornito qualche dettaglio sul sospetto: si tratta di un cittadino norvegese di 42 anni di origine iraniana già noto alle forze dell'ordine per porto d'armi abusivo (un coltello) e possesso di sostanze stupefacenti.

Per l'alto numero delle vittime provocate in pochi minuti, Hatlo non ha escluso il movente dell'odio anti-lgbt, da cui la decisione delle autorità di annullare la sfilata di sabato dell'Oslo Pride, una kermesse lgbt in programma dal 18 al 27 giugno. Ore dopo le forze dell'ordine hanno parlato di un movente islamico dietro all'atto di terrore, aggiungendo che l'uomo non ha mostrato alcuna intenzione di collaborare.

A spingere le autorità alla cautela è stata anche un'altra circostanza: la tentata mattanza di ieri è avvenuta a poche centinaia di metri dal primo dei due attentati compiuti il 22 luglio del 2011 da Anders Breivik, un estremista di destra che prima fece esplodere un'autobomba nel centralissimo distretto governativo, a due passi dall'ufficio del primo ministro, provocando otto morti e ferendo 209 persone. Ore dopo Breivik arrivò vestito da poliziotto sulla vicina isola di Utøya dove aprì il fuoco contro un campeggio dei giovani del partito laburista norvegese: sotto i suoi colpi caddero 69 persone mentre altre 110 rimasero feriti, metà di loro in maniera grave.

I fatti di ieri hanno riportato alla memoria quell'altra lunga sera estiva che ha segnato in maniera indelebile la società norvegese: il timore era che la sparatoria in centro fosse il preludio di una strage al gay pride. Il primo ministro Jonas Gahr Støre, del partito laburista, ha definito gli attacchi «scioccanti e profondamente inquietanti». Il presidente del parlamento norvegese, Masud Gharahkhani, ha definito gli attacchi «brutali» e ha condannato l'odio nei confronti del movimento Pride. «La gente era in città per celebrare la diversità e l'amore - ha affermato Gharahkhani, lui stesso un immigrato dal Medio Oriente -. Sabato scorso abbiamo alzato per la prima volta la bandiera del Pride al Parlamento. Ne sono orgoglioso».

I servizi d'intelligence norvegesi hanno alzato l'allerta antiterrorismo al massimo livello.

La minaccia terroristica è considerata «eccezionalmente alta» e il livello di allarme è salito da tre a cinque, come ha riferito il capo dei servizi, Roger Berg (Pst) in conferenza stampa.

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