Audi gialla, l'autista arrestato in Grecia

È un 36enne albanese tradito dall'impronta su un biglietto autostradale

Serenella Bettin

Per giorni, all'inizio di gennaio, avevano seminato il panico nel Nordest scorrazzando a 260 chilometri all'ora in autostrada e a 200 nelle strade di provincia fra inseguimenti, fughe contromano e sparatorie. Erano stati ribattezzati la banda dell'Audi gialla perché questa era l'auto con cui avevano compiuto le loro rapine: l'avevano rubata a Milano il 26 dicembre del 2015.

Adesso però, per uno dei tre criminali la folle corsa è finita. In tutti i sensi. Il presunto autista dell'auto è stato arrestato martedì al confine tra la Grecia e l' Albania: si chiama Vasil Rama, è un albanese di 36 anni pluripregiudicato e anche ricercato. Su di lui pendeva un mandato di arresto europeo e a incastrarlo è stata l'impronta del dito lasciata sul tagliando autostradale che lui stesso aveva inserito al casello di Vicenza Nord, dopo aver percorso la tratta San Donà di Piave-Vicenza per una delle loro prodezze. Qui si sarebbe tradito, prendendo in mano il tagliando e inserendolo nel dispositivo per pagare. L'impronta è stata identificata dal Ris di Parma.

La famosa Audi gialla, modello Rs6, aveva tenuto in scacco le forze dell'ordine correndo a folle velocità tra Padova, Abano Terme, Trieste, Treviso e Venezia. Per giorni le segnalazioni si erano succedute, arrivando da ogni dove e tenendo in allerta mezzo Veneto e Friuli, anche perché chi era a bordo non si era fatto scrupolo nel premere il grilletto. Una sparatoria era avvenuta tra i banditi e la polizia in territorio triestino, vicino a Prosecco. In Veneto, stando alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza, la vettura avrebbe addirittura percorso 25 km in soli 7 minuti, a una velocità folle di 220 km/h, oltre a correre contromano sul Passante di Mestre sfondando la sbarra al casello di Spinea.

La banda aveva tre basi logistiche: una nel trevigiano, una vicino a Venezia e l'altra in Toscana. La caccia al veicolo si era conclusa quando il 25 gennaio scorso, a Onè di Fonte in provincia di Treviso, era stata rinvenuta la carcassa della Audi gialla bruciata, ma la sfida era quella di trovare i tre banditi. Ora le indagini, coordinate dalla Procura di Venezia con il magistrato Stefano Ancilotto, e con la collaborazione dell'Arma veneta, del Ris di Parma e dell' Interpol, hanno consentito la cattura di quello che è ritenuto il conducente del bolide e che ora si trova in un carcere greco. Su di lui pendono anche le accuse di ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, furto in abitazione aggravato e continuato: imputazioni che, sommate insieme, fanno ipotizzare una pena di almeno vent'anni di reclusione.

Quello di Vasil Rama era un nome già noto agli inquirenti: famoso per la sua abilità alla guida, si tratta di un criminale di altissimo livello con elevata pericolosità, come ribadito anche dal procuratore aggiunto veneziano Carlo Nordio. Sono anni che il 36enne albanese si prodiga in attività criminali: la sua colpevolezza è stata accertata anche per due furti a San Donà di Piave nel veneziano, con refurtiva da 80mila euro più gioielli.

Latitante dal 2011 si spostava tra l'Italia e i paesi vicini usando identità fittizie certificate da documenti falsi: un professionista del crimine, insomma. Presto sarà trasferito in Italia per il processo, ma intanto è caccia ai complici che sarebbero suoi connazionali e avrebbero compiuto furti e rapine con lui già dal 2011.

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