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In Aula il freno alla Corte dei Conti. Verso la fiducia. L'opposizione sale sulle barricate

Nel giorno del disgelo tra la Commissione Ue e il governo italiano le opposizioni si preparano alle barricate

In Aula il freno alla Corte dei Conti. Verso la fiducia. L'opposizione sale sulle barricate

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Nel giorno del disgelo tra la Commissione Ue e il governo italiano sull'emendamento al decreto Pa che limita i controlli concomitanti della Corte dei Conti sull'attuazione del Pnrr e sul pagamento della terza tranche del Piano, le opposizioni si preparano alle barricate. Il dl Pa arriva oggi in Aula alla Camera, con l'esecutivo che dovrebbe porre la fiducia al provvedimento. «Daremo battaglia» minacciano fonti del M5s. «Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha esposto con toni appropriati e competenza le sue serie riflessioni sull'importanza dei controlli come parte dei processi di spesa pubblica», insiste Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra a Montecitorio. Pronto all'ostruzionismo anche il Pd. Per non essere da meno rispetto ai grillini, pure dal Nazareno fanno trapelare messaggi bellicosi. «È una forzatura inaccettabile alla quale ci opporremo duramente», sottolineano fonti parlamentari dem.

Il centrodestra si prepara ad affrontare il confronto parlamentare e il capogruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti non esclude il ricorso alla fiducia da parte dell'esecutivo. «Riteniamo che se sarà chiesta la fiducia sul decreto Pa. Sicuramente sarà accordata perché è un provvedimento che serve all'Italia. Per quanto riguarda la norma sulla Corte dei Conti, se vogliamo che il Pnrr possa andare a segno e cioè concludere i lavori entro il giugno del 2026, non occorrono controlli intermedi, ma finali», spiega Foti al Tg1. Anche la deputata di FdI Sara Kelany difende l'emendamento sulla Corte dei Conti. «Le polemiche strumentali delle sinistre sull'emendamento Corte dei Conti lasciano il tempo che trovano e sono state smentite tanto dall'Europa, quanto dal presidente stesso della Corte, oltre che da illustri giuristi - spiega Kelany - eliminare il controllo concomitante sui progetti Pnrr non significa eliminare il controllo contabile, che seguita ad essere esercitato secondo gli schemi ordinari previsti dalla legge, controllo che peraltro era rimasto inattuato per oltre 10 anni proprio perché ritenuto rischioso dalla stessa Corte». Filiberto Zaratti, capogruppo di Verdi e Sinistra in Commissione Affari Costituzionali, si porta avanti e giudica «inconcepibile che anche in questa occasione il governo possa sottrarsi a una discussione democratica». «Noi vogliamo esporre le nostre ferme ragioni contro un decreto che imbavaglia la Corte dei Conti», continua Zaratti, confermando il rischio paralisi causato dall'ostruzionismo delle opposizioni.

Fuori dal coro il Terzo Polo. «Oggi parliamo della Corte dei Conti. L'avrei fatto io quel provvedimento. Era un controllo assurdo e ridondante. Non è che se tu limiti il controllo della Corte dei Conti è una roba per cui c'è il fascismo. Diventa una roba per cui un minimo si riescono a spendere i fondi del Pnrr, che questo governo non riesce a spendere», dice il leader di Azione Carlo Calenda a Mezz'ora in più su Rai3. Da Più Europa, Benedetto Della Vedova accusa FdI di avere cambiato idea, perché nella scorsa legislatura il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e l'attuale capogruppo dei meloniani al Senato Lucio Malan avevano presentato una proposta di legge in cui si faceva riferimento al controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr. «FdI ha cambiato idea?», chiede Della Vedova.

Intanto la Commissione Ue si ammorbidisce sulla richiesta di pagamento della terza rata del Pnrr all'Italia e sulla questione della Corte dei Conti. «Sono in corso scambi costruttivi con le autorità italiane», dichiara un portavoce della Commissione. E ancora, sui controlli: «L'Italia ha posto in essere un solido sistema di audit e controllo».

«Caso chiuso», taglia corto Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei e il Pnrr.

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