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"Balcani a rischio, lavoriamo con serietà. I nostri valori difesi da 11mila uomini"

Il sottosegretario alla Difesa: "I militari italiani saranno impegnati in 43 missioni, 29 sotto egida Onu. Patria? Parola tutt'altro che divisiva"

"Balcani a rischio, lavoriamo con serietà. I nostri valori difesi da 11mila uomini"

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"Balcani a rischio, lavoriamo con serietà. I nostri valori difesi da 11mila uomini"

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Onorevole Matteo Perego di Cremnago, oggi è la Festa della Repubblica, che lei affronta nel suo ruolo di sottosegretario al Ministero della Difesa?

«Il 2 giugno è la festa di tutti, il tema di quest'anno è molto chiaro Italiani: un patrimonio di valori per la Repubblica sulla centralità dei valori e dei suoi custodi: gli italiani. I valori sono un patrimonio da proteggere con responsabilità e dedizione come fanno gli oltre 5mila uomini e donne delle forze armate impegnati in Italia e gli oltre 7mila impegnati all'estero a difesa di pace e democrazia. Il mio ruolo è proprio questo, pensare e lavorare per il bene delle Forze Armate anima del Sistema Italia».

La parola Patria è diventata argomento di dibattito politico. È così divisiva?

«La parola Patria è tutt'altro che divisiva. Il Valor di Patria è proprio il patrimonio da proteggere di cui parlavo prima. Ricordo il piazzale dove hanno giurato gli allievi dell'Accademia Navale della Marina Militare lo scorso dicembre, di fronte alla scritta Patria e Onore hanno urlato lo giuro a squarciagola, all'unisono. La parola unisce tutti gli italiani con stellette e senza».

Visto quanto accade in Kosovo, c'è il rischio di degenerazione nell'area del Balcani?

«Purtroppo ogni situazione critica nei Balcani ha effetti violenti con incidenza anche sui flussi migratori da quella rotta. Devo però dire che gli strumenti diplomatici per alleviare le tensioni hanno funzionato e stanno funzionando, in questo il nostro governo si sta muovendo con serietà ed efficacia».

L'europarlamento ha votato un piano per il finanziamento della produzione di un milione di munizioni per Kiev.

«Una decisione in linea con la comunità di donors che continua a supportare il popolo ucraino. L'Italia lo sta facendo ormai da tempo e lo farà finché sarà necessario. Una postura nazionale confermata dal settimo decreto pubblicato e con la nuova missione dell'Unione Europea inserita nell'ultima deliberazione delle missioni al momento in approvazione al Parlamento. La missione contribuisce a rafforzare la capacità militare delle forze armate ucraine, per la difesa della propria integrità territoriale e proteggere i civili».

Ha fatto riferimento alle missioni internazionali 2023. Cosa cambia?

«I nostri militari saranno impegnati in 43 missioni e la media di quanti saranno impiegati è di circa 7500 unità fino a un massimo di 11500. Confermando le aree strategiche di interesse nazionale in Africa e Indopacifico. Di queste missioni 29 sono sotto egida delle organizzazioni internazionali e 14 invece per accordi bilaterali.

Sono 4 quelle nuove, in Europa quella di assistenza militare all'Ucraina, in Africa le missioni dell'Unione Europea di partnership militare con il Niger, di assistenza alla gestione delle frontiere in Libia e la missione Bilaterale di assistenza alla Repubblica del Burkina Faso».

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