Vladimir Putin «probabilmente» è stato coinvolto in assassinii e avvelenamenti. È lo strano colpo assestato dal presidente americano Donald Trump all'omologo russo. Nel corso di un'intervista a 360 gradi al popolare programma 60 minutes di Cbs, il tycoon ha parlato della politica estera e del cambiamento climatico, del Russiagate e della possibile uscita del capo del Pentagono Jim Mattis. E per la prima volta ha ammesso che il leader del Cremlino possa essere coinvolto in omicidi a sfondo politico: «Probabilmente sì», ha risposto alla domanda su un coinvolgimento di Putin in «assassinii e avvelenamenti», come ad esempio quello dell'ex spia russa Serghei Skripal in Inghilterra lo scorso marzo. Vicenda nella quale Londra ha puntato il dito contro Mosca, che invece ha sempre negato. The Donald, però, è sembrato minimizzare la gravità di queste azioni, sottolineando che «non sono accadute nel nostro Paese». Poi ha parlato dell'incontro della scorsa estate a Helsinki con Putin, definendolo «molto duro».
Immediata la replica del Cremlino, che tramite il portavoce Dmitri Peskov ha commentato: Trump «non ha pronunciato nessuna accusa diretta nei confronti di Putin». Bisogna «trattare con flessibilità le sue espressioni linguistiche», ha aggiunto, sottolineando che «non può esistere alcuna accusa verso il presidente russo confermata da argomentazioni o prove». E sul bilaterale tra i due leader, Peskov ha spiegato: è stato molto duro nel senso che «tutte le questioni sono state poste in un modo molto schietto», ed «entrambi hanno toccato apertamente i temi in cui ci sono divergenze che si ripercuotono nelle relazioni bilaterali».
Trump ha toccato anche il tema delle interferenze russe nelle presidenziali 2016, riconoscendo che Mosca «si è intromessa». «Ma anche la Cina lo ha fatto, insieme ad altri Paesi. E francamente la Cina è un problema più grande», ha ammonito, confermando così che c'è soprattutto Pechino nel mirino. Dopo che già durante l'Assemblea generale dell'Onu aveva accusato il Dragone di interferenze nelle imminenti elezioni di midterm. Sul fronte del cambiamento climatico, invece, il Commander in Chief ha concesso una correzione parziale: non è «una bufala», ma «non so se la causa sia umana», ha detto, ribadendo tuttavia di essere uscito dall'accordo di Parigi perché non intende perdere migliaia di miliardi di dollari e milioni di posti di lavoro. E sugli avvicendamenti dell'inquieta amministrazione statunitense ha commentato le voci di un addio imminente del capo del Pentagono Mattis, dicendo di non sapere se lascerà: «Potrebbe essere. Andiamo d'accordo, ma potrebbe lasciare», ha dichiarato, definendo Mattis «una sorta di democratico».
Intanto, per il tycoon sono arrivate buone notizie in vista delle prossime presidenziali: secondo un sondaggio della Cnn, sempre più americani pensano che sarà rieletto nel 2020. Il 46% degli intervistati è convinto che conquisterà il secondo mandato, mentre il 47% pensa che perderà: un notevole passo avanti rispetto a una proiezione realizzata nel marzo scorso, quando la percentuale di coloro che scommettevano sulla sua sconfitta era del 54%. Il sondaggio mostra pure che tra i potenziali sfidanti di Trump è l'ex vice presidente Joe Biden a essere in cima alle preferenze, con il 33% dei consensi, seguito dal senatore del Vermont Bernie Sanders (ora registrato tra gli indipendenti).
Seguono, tra i democratici, la senatrice della California Kamala Harris, la collega del Massachusetts Elizabeth Warren, quello del New Jersey Cory Booker, l'ex segretario di stato John Kerry e l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.