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Il balzo degli arrivi: emergenza rotta balcanica

Nuovi dati Frontex: già 64% in più rispetto al 2021. A Est dati più che raddoppiati

Il balzo degli arrivi: emergenza rotta balcanica

Se non è un'invasione siamo di fronte ad un balzo preoccupante degli arrivi di migranti clandestini nell'Unione europea. Il 64% in più rispetto al 2021, che era già in aumento esponenziale. Frontex ha registrato ben 330mila attraversamenti irregolari delle frontiere esterne lo scorso anno. La parte da leone, con 145.600 migranti, spetta alla rotta balcanica, ma anche gli arrivi via mare sono aumentati con oltre 100mila sbarchi sulla rotta centrale, che impatta direttamente sull'Italia. Ed è in netto aumento anche quella del Mediterraneo orientale, più 108% per un totale di 42.831 attraversamenti irregolari.

Un allarme rosso, che va tamponato, prima di arrivare al mezzo milione di migranti il prossimo anno. La pandemia aveva ridotto le partenze nel 2020, ma poi i numeri sono risaliti fino ad un terzo di milione. In pratica siamo al picco massimo dal 2016.

Il primato della rotta balcanica segna un 136% in più rispetto al 2021. Lunga la rotta via terra le prime nazionalità sono rappresentate da siriani e afghani, che hanno diritto all'asilo, ma seguiti subito dopo da turchi e tunisini, che spuntano dappertutto. Il flusso siriano non si è mai interrotto e dimostra il disastro provocato dalle primavere arabe, che hanno fallito in tutti i Paesi coinvolti da Tunisi a Damasco. Gli afghani continueranno ad arrivare con l'inasprimento del regime talebano. Lungo la rotta terrestre, attraverso l'ex Jugoslavia, sono stati segnalati anche migranti indiani e del Burundi, presenze anomale, ma preoccupanti perché le filiere sono etniche. Se l'attraversamento funziona la rotta attirerà sempre più gente della stessa nazionalità.

Non solo: fino al 6 novembre 14.600 migranti della rotta balcanica sono arrivati in Friuli-Venezia Giulia con Trieste trasformata nella Lampedusa del Nord Est. All'inizio di dicembre l'aumento di ingressi a livello regionale era del 57% rispetto al 2021, ma solo nel capoluogo giuliano schizzava al 70%. Oggi sarà in città il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi assieme a Luca Ciriani, responsabile per il governo dei rapporti con il Parlamento, originario di Pordenone.

L'altro fronte per l'Italia è quello del mare, soprattutto sulla rotta del Mediterraneo centrale. L'impennata, secondo i dati dell'Agenzia europea per le frontiere, è del 51%. Il Giornale è in possesso di ulteriori numeri, nei dettagli, che dimostrano come la bomba migratoria potrebbe crescere ancora. Dalla Tunisia sono sbarcate in Italia 32.798 persone e solo 272 recuperate dalle Ong. La Libia rimane il vero bubbone con 53.190 migranti arrivati da noi (il 21% raccolto dalle Ong). Il dato allarmante è che a questo numero vanno sommati i 22.397 migranti intercettati dalla Guardia costiera libica e riportati a terra. Il totale delle partenze organizzate dai trafficanti dalla Libia è di 75.618 persone. I libici hanno intercettato un quarto di barche in meno rispetto al 2021, dopo che il governo Draghi aveva accantonato il dossier. Un altro aspetto preoccupante è l'aumento costante delle partenze dalla Cirenaica iniziato ad agosto e mai interrotto grazie a vecchi pescherecci, che tengono meglio il mare e possono trasportare 500 persone alla volta. Il totale di arrivi dall'Est della Libia, in mano al generale Khalifa Haftar, appoggiato da russi ed egiziani, è di 20mila migranti.

Solo le rotte dell'Ovest, dal Marocco e dall'Africa occidentale, sono diminuite, ma in compenso è esploso il numero di attraversamenti illegali della Manica verso il Regno Unito. Oltre 71mila persone che corrisponde al 37% in più rispetto al 2021 e ha coinvolto una cinquantina di nazionalità.

Se l'Europa non interverrà con decisione sui paesi di partenza e a monte, per disincentivare i viaggi verso un'inesistente Eldorado occidentale, rischiamo numeri da invasione.

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