Da banche e assicurazioni le risorse per aumentare i fondi agli ospedali

Prelievo di 4,5 miliardi seguendo il modello 2024

Da banche e assicurazioni le risorse per aumentare i fondi agli ospedali
00:00 00:00

Arriverà da banche e assicurazioni una parte importante delle coperture della manovra. Il contributo complessivo, secondo quanto trapelato dal Consiglio dei ministri che ha approvato il Documento programmatico di bilancio, dovrebbe aggirarsi attorno ai 4,5 miliardi di euro, poco meno della dotazione aggiuntiva per la sanità nel prossimo biennio (5 miliardi). Si tratterebbe di un intervento "in linea con la logica già concordata lo scorso anno", spiegano fonti di governo, anche se la trattativa è ancora in corso.

Sul tavolo del Mef la strada che sembra prevalere è quella di un contributo concordato e distribuito su più anni, sul modello già sperimentato nel 2024, piuttosto che una nuova tassa straordinaria.

Il Comitato esecutivo dell'Abi (in foto il presidente Antonio Patuelli), riunitosi lunedì sera, ha infatti dato l'ok "all'unanimità a proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell'economia e la solidarietà sociale". Le banche si dicono dunque favorevoli a una soluzione negoziata, ma respingono l'idea di una tassazione d'emergenza.

Nella precedente legge di Bilancio, il settore bancario aveva anticipato oltre 4 miliardi di euro di liquidità allo Stato, ricevendo in cambio la possibilità di compensare nei successivi esercizi parte delle imposte differite (le cosiddette Dta). Le banche hanno versato circa 2,5 miliardi nel 2025 (cui si aggiungono 695 milioni una tantum di Ires maggiorata) e altri 1,5 miliardi sono attesi nel 2026, con il recupero parziale (3 miliardi complessivi su oltre 4 miliardi versati) previsto tra il 2027 e il 2030. In sostanza, un'operazione di anticipo di imposte con beneficio immediato per i conti pubblici, che il governo punta ora a replicare, eventualmente con modalità estese anche al settore assicurativo.

Sul fronte delle compagnie, la misura varata lo scorso anno - relativa al versamento anticipato dell'imposta di bollo sulle polizze vita - è stato oggetto di confronto con l'Ania, l'associazione delle assicurazioni. Il prelievo 2025, stimato in 2,5 miliardi di euro (nella relazione tecnica della scorsa manovra, però, era cifrato la metà), prevede che l'imposta sia anticipata dalle assicurazioni invece che dagli assicurati, generando un credito infruttifero nei confronti dei clienti. Una misura che, come aveva spiegato l'Ania, "ha carattere permanente" e rischia di trasformarsi, nel tempo, in un onere stabile per il settore. L'ipotesi di mantenere lo stesso schema anche nel 2026, nell'ambito del pacchetto complessivo da 4,5 miliardi, potrebbe essere considerata praticabile solo se limitata alle somme già maturate. Considerato il pregresso, l'orizzonte dei 4,5 miliardi non è difficile da raggiungere.

Tra le opzioni allo studio - emerse lunedì scorso ma sgradite alle banche - c'era anche una revisione della tassa sugli extraprofitti bancari introdotta nel 2023, con una riduzione dell'aliquota dal 40% al 26%. L'obiettivo sarebbe stato consentire agli istituti di liberare le riserve non distribuibili accantonate lo scorso anno (6,2 miliardi), garantendo allo stesso tempo un gettito immediato per l'erario.

L'operazione, secondo le prime simulazioni, avrebbe potuto portare 1,6 miliardi (1,7 miliardi se l'aliquota fosse portata al 27,5%) di incasso diretto e circa 2,8 miliardi complessivi sommando le imposte sui dividendi distribuiti.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica