Barilla in pista con Artisia, la pasta a forma del circuito di Imola

La multinazionale di Parma è stata Official Partner per la seconda volta del Gran Premio di Formula 1

Barilla in pista con Artisia, la pasta a forma del circuito di Imola
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Buona la prima. E anche la seconda. A Imola oltre al motori del Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia Romagna si sono spenti pure i fornelli delle cucine Barilla, alla seconda prova di successo, dopo il Bahrein, come Official Pasta Partner del circus di Formula 1.

È l'ultima sfida della multinazionale di Parma che per 5 anni sarà presente ai gran premi con Lasagna Bar e Pasta Station, come ambasciatori d'italianità nel mondo. «Cosa c'entra la nostra pasta con le gare di Formula1? Sono entrambi il risultato di passione, eccellenza, innovazione, convivialità e saper fare», spiega Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo, a Imola anche come ex pilota che, tra una prova e l'altra, si è rimesso in pista su una Tyrrell a 6 ruote. «Essere in Formula 1 è per noi una grande fonte di ispirazione, che ci spinge a migliorare continuamente e a sviluppare soluzioni alimentari innovative. Crediamo fortemente nella tradizione, ma sappiamo anche che il nostro approccio al cibo deve guardare al futuro, adeguandosi agli stili di vita delle nuove generazioni».

Una partnership in pista e fuoripista perché Barilla non soltanto ha regalato oltre 6 mila confezioni di pasta alla sezione di Imola di Banco Alimentare, organizzazione benefica di cui Barilla è tra i primi contributori in Italia con 1.400 tonnellate di prodotti donati, ma ha anche creato una limited edition di Artisia, un'innovativa pasta a forma del circuito di Imola modellata in 3d, che rappresenta una delle innovazioni del gruppo e porta in tavola piccoli capolavori di pasta a forma di anfore, ricci di mare, fiori in tre dimensioni.

«Barilla è da sempre sinonimo di tradizione e innovazione tanto dal lanciare il mese prossimo una pasta con proteine ricavate dai piselli, a inaugurare a novembre un nuovo centro di ricerca e innovazione che avrà 200 dipendenti per occuparsi anche di processi produttivi e aspetti tecnologici, ad appoggiare start up e università per puntare su un'alimentazione sostenibile il più possibile», spiega Barilla, erede di un'azienda che punta molto sull'agricoltura sostenibile con 8.500 aziende coinvolte e il 67% di materie prime da filiere responsabili per pasta e sughi, e che ha digitalizzato l'intera filiera del basilico, con calcolo delle emissioni, tracciabilità e efficienza produttiva per consentire ai consumatori di accedere, tramite QR code, ad una carta d'identità del basilico.

Stesso imprinting del quartier generale Barilla di Pedrignano, uno dei 30 siti produttivi del gruppo in Italia e all'estero, il più grande, sostenibile e fantascientifico pastificio del mondo che produce oltre 330mila tonnellate di 104 tipi di pasta, soprattutto destinati all'esportazione.

Una cittadella alle porte di Parma dove il grano arriva su una rete ferroviaria interna, dove nel magazzino girano muletti-robot a guida autonoma, dove c'è persino l'Ufficio del miglioramento continuo e dove ruotano migliaia di scatole di pasta volanti pronte a finire sulle nostre tavole.

Ma dove c'è spazio pure per una splendida collezione d'arte e un archivio storico fatto di Caroselli e slogan, come Dove c'è Barilla c'è casa, entrati nel nostro archivio dei ricordi.

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